LEGNO – LAPIDEI: FIRMATO L’ACCORDO PER IL NUOVO CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO
L’intesa riguarda i lavoratori dipendenti delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese dei settori legno, arredo, mobili, escavazione e lavorazione dei materiali lapidei.
Como, 16 marzo 2018
E’ stato firmato il 13 marzo da Confartigianato Legno e Arredo, Confartigianato Marmisti, dalle altre Organizzazioni artigiane e dai Sindacati di categoria (Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil) l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area legno-lapidei.
L’intesa riguarda i lavoratori dipendenti delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese dei settori legno, arredo, mobili, escavazione e lavorazione dei materiali lapidei.
Per la parte economica e per quanto riguarda i dipendenti delle imprese artigiane del settore legno, arredo, mobili, l’accordo prevede un aumento retributivo mensile di 53 euro riferito al Livello D e per le imprese artigiane del settore escavazione e lavorazione dei materiali lapidei un aumento retributivo di 56 euro riferito al Livello 5.
Per i dipendenti delle piccole e medie imprese non artigiane del settore legno, arredo, mobili l’incremento retributivo concordato è di 63 euro riferito al Livello D mentre per le piccole e medie imprese del settore escavazione e lavorazione dei materiali lapidei è di 66 euro al Livello 5. Il contratto si applica anche alle imprese che svolgono servizi di onoranze funebri.
Con il rinnovo sono stati ampliati i limiti quantitativi che consentono alle imprese di ricorrere ai contratti di lavoro a termine ed è stato portato a 104 ore il monte ore annuo dedicato alla flessibilità per il settore legno, arredo, mobili; inoltre la regolamentazione dell’apprendistato professionalizzante è stata adeguata alle novità normative previste dal Jobs Act.
L’accordo regola anche una specifica tipologia di contratto di lavoro a tempo indeterminato per il reinserimento al lavoro con finalità formativa che riguarda i soggetti che abbiano più di 29 anni di età, lavoratori sospesi, disoccupati o inoccupati e i lavoratori delle cosiddette categorie “svantaggiate”.