Le Notizie di Confartigianato Como

   Notizia generale

AUGURI AGLI IMPRENDITORI
invisibili forse, eccellenti di sicuro

Como, 21 dicembre 2009


La crisi economica ha fatto emergere d’un tratto il fenomeno degli “invisibili”; così definiti da Dario Di Vico, apprezzato editorialista del Corriere della Sera, che dal 2008 ha dato vita al dibattito sul popolo delle partite iva, facendo riscoprire al paese una realtà, quella dell’artigianato e della piccola impresa e ultimamente quello delle libere professioni che noi artigiani, che facciamo parte di un sistema associativo come Confartigianato Imprese, conosciamo e viviamo da 60 anni, e ne facciamo orgogliosamente parte. L’Italia ha scoperto quello che da sempre non si vede o non si vuole vedere: le fondamenta di una bella costruzione che si erge fiera verso il cielo, sostenuta però da uno zoccolo duro che ne garantisce solidità e stabilità. Centinaia di migliaia di micro e piccole imprese che rappresentano concretamente, come piace a tanti politici dire: “la spina dorsale del nostro sistema economico”. Finalmente qualcuno si è accorto di noi dovremmo dire. Come sempre accade nel momento del bisogno si riscopre che, per fortuna c’è una risorsa inaspettata alla quale affidarsi: la micro e piccola impresa, che continua a resistere nelle più avverse condizioni, che non licenzia, che forma gli apprendisti, che unisce la famiglia nell’impresa, che investe e crede comunque nel futuro dei propri figli. Ma ancor prima degli invisibili, ecco apparire le “imprese che resistono”. Un altro fenomeno, nato dalla crisi e dallo scontento di tanti imprenditori, che hanno riscoperto la forza dell’aggregazione nell’emergenza e vogliono scendere in piazza per esprimere questo loro stato d’animo. I nostri associati resistono da anni e pur faticando ad uscire dalla penombra, sono oltre 520mila: la forza aggregativa più importante in Italia. Perché la normalità di quelli che da sempre fanno aggregazione e da sempre credono che “insieme è meglio” non fa notizia? Le cronache di questi giorni narrano già di qualche scricchiolio fra il movimento delle imprese che resistono, ed è naturale, che nella gravità degli eventi, la volontà di fare raggiunga i picchi più alti, ma al primo segnale di sconforto, di calo dell’emotività, o di commesse che ricominciano timidamente, gli imprenditori tornano in azienda. Noi siamo sempre stati in azienda, ma abbiamo scelto anche di stare in Associazione. La nostra Associazione. Perché in momenti straordinari, come quelli che tutti noi stiamo vivendo, emerge ancor più forte la necessità di rappresentare insieme le nostre istanze, legittimati dalle istituzioni, dal sistema economico, dalla politica e da tutta la società. Non vuole essere questa una critica a quegli imprenditori che hanno contribuito alla nascita del movimento, anzi in più occasioni Confartigianato era al loro fianco, ma va dato atto alle migliaia di artigiani associati che hanno creduto e credono nell’Associazione come luogo deputato a discutere di politica economica e di rappresentanza, per essere riconosciuti da chi accetta il confronto sui loro problemi. Confartigianato Imprese non rappresenta l’emotività. Rappresenta la realtà di tutti questi imprenditori che non vogliono stare nell’invisibilità. Anzi vogliono farsi vedere, sentire e farsi riconoscere per i veri valori che rappresentano e non solo per rispondere all’emergenza. Pochi giorni fa, la Regione Lombardia con Unioncamere ha sancito questo riconoscimento a ben 37 aziende della nostra provincia, di cui 25 associate a Confartigianato Imprese di Como, attraverso il bando “Artis”, premiando l’eccellenza della loro produzione e della loro presenza nel contesto socio-economico della nostra Regione. Queste sono le vere imprese che stanno resistendo e che nell’emergenza riescono a dare un valore aggiunto alla loro “resistenza”. Invisibili forse, eccellenti di sicuro. Ma come loro, ci sono migliaia e migliaia di altri imprenditori che quotidianamente vengono premiati dal mercato, dai loro clienti, dai loro fornitori per i valori che rappresentano: onestà, correttezza, responsabilità, competenza e soprattutto “saper fare”, che ha sempre fatto fare bella figura al nostro Paese nel mondo, non dimentichiamolo. Nel 43° Rapporto annuale del Censis, Giuseppe De Rita sottolinea come «abbiamo resistito alla crisi riproponendo il tradizionale modello adattivo-reattivo». Un modello che trova le sue radici proprio nell’artigianato e nella piccolissima impresa. Fragile certamente davanti alle tempeste, ma sicuramente più abile ad adattarsi alle nuove condizioni che rappresentano l’evoluzione continua, e in questo ambiente sa reagire prontamente. Insieme usciremo sicuramente da questo buio. Dobbiamo crederci. Insieme noi imprenditori con la nostra Associazione. E’ questo il miglior augurio che posso fare quest’anno a tutti gli artigiani, a tutti gli associati e alle loro famiglie, insieme alla speranza e all’ottimismo che insieme ce la possiamo fare. Tanti auguri a tutti.


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