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L'ASSEMBLEA DI CONFARTIGIANATO IMPRESE
politici, adesso tocca a voi Governare

Como, 12 giugno 2013


“Adesso tocca a voi. Governate, fate il vostro dovere”! E' questo il monito lanciato dal Presidente di Confartigianato Imprese Giorgio Merletti all'Assemblea nazionale di Confartigianato, alla quale hanno preso parte anche 52 artigiani della provincia di Como fra i 600 della Lombardia e i circa 3000 provenienti da tutto il Paese.
Basta con promesse non mantenute, norme fatte e disfatte, troppe leggi sbagliate - ha continuato Merletti - gli imprenditori, le famiglie, i cittadini, i giovani non ne possono più di promesse non mantenute, di impegni non rispettati, di norme fatte e disfatte, di troppe leggi che non producono effetti o che addirittura danno risultati opposti a quelli auspicati. Penso, ad esempio, alla riforma del lavoro del Ministro Elsa Fornero che ha aumentato costi e complicazioni a carico delle imprese, senza far crescere l’occupazione! Anzi: tra luglio 2012 e aprile 2013 abbiamo perso 1.200 occupati al giorno. E, così, adesso bisogna rimettere mano alle leggi sul lavoro. Oppure vogliamo parlare di quel labirinto inestricabile che è diventato il recupero dei crediti delle imprese verso la Pubblica Amministrazione? Il decreto legge approvato dal Parlamento non ha certo risolto i problemi! E lo avrebbe potuto fare recependo la nostra proposta di compensazione diretta e universale dei crediti con le tasse da versare.
Sul Sistri, Merletti non ha lesinato le critiche al sistema ma soprattutto all'inerzia che ha portato alla situazione attuale.
Che dire poi di un ‘mostro’ come il Sistri, - ha sottolineato il Presidente di Confartigianato - il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali, che negli ultimi tre anni è costato 250 milioni alle imprese e non è mai entrato in funzione? Eppure il Governo Monti ha voluto riproporlo, mentre l’unica cosa da fare è abolirlo e al suo posto costruire un sistema finalmente semplice, e quindi utile ed utilizzabile, come ha opportunamente annunciato il Ministro Zanonato, e spero che oggi ce lo confermerà. Potrei citare decine di norme e adempimenti che sembrano fatti apposta per farci chiudere l’azienda. E non servono a nulla, non servono alle imprese, non servono al Paese.

Durante la relazione di Merletti, sono intervenuti anche tre imprenditori, che hanno testimoniato il disagio degli imprenditori su diversi temi. Tra questi anche Daniela Negretti di Lurate Caccivio che ha evidenziato le difficoltà delle imprese di frontiera,rispetto alle complessità del nostro Paese.

Ecco l'intervento di Daniela Negretti molto apprezzato dal pubblico.
Mi chiamo Daniela Negretti. Guido l'azienda di famiglia e sono fiera di continuare una storia che è cominciata a Lurate Caccivio, in provincia di Como, 125 anni fa, nel 1888. Progettiamo e realizziamo scale, cancelli, recinzioni, parapetti, inferriate, carpenteria, lattoneria, serramenti e portoni. Il nostro segreto è quello di tanti come noi. Tradizione e innovazione. Continuiamo nella lavorazione tradizionale del ferro battuto, grazie alla qualità specializzata dei nostri operai e siamo convinti che si resiste solo se si innova. Per questo produciamo anche in acciaio inox e ferro con corde e particolari pressofusi e tagliati a laser, e coperture industriali con l'applicazione di pannelli fotovoltaici. Io, Daniela Negretti, sono l'ultima di quattro generazioni. Negretti ha vissuto il boom degli anni Sessanta, si è imposta sui mercati internazionali, a cominciare dalla vicina Svizzera, e ha consolidato il prestigio di un'azienda che continua a generare ricchezza per il territorio. Sono qui per raccontarvi il paradosso di una condizione. Lavoriamo a un livello di eccellenza e abbiamo una reputazione internazionale, eppure tutto ciò non basta. Possiamo reggere e battere la concorrenza, ma fatichiamo sempre di più. E il perché è evidente, non c'è bisogno di sforzarci, basta che guardiamo a pochi chilometri da noi e tutto diventa chiaro. Basta guardare cosa succede in Svizzera. Negretti vi lavora da sempre e dunque parliamo di una realtà che conosciamo bene. Pochi dati per capire. Noi lavoriamo in Italia, anzi in Lombardia dove la tassazione raggiunge il 68%. Sapete a quanto arriva in Svizzera? Al 30%! Stiamo parlando di 38 punti percentuale in meno! E considerate anche che in Svizzera più un'azienda aumenta l'occupazione, più diminuisce la pressione fiscale! Noi abbiamo 23 dipendenti, siamo cresciuti in quattro anni di cinque unità e abbiamo investito in formazione, ebbene ci troviamo a pagare 21mila euro di Imu! Invece di investire, ci vediamo togliere risorse al ciclo dell'innovazione che per noi è una valore essenziale per stare sul mercato. Ancora, i prezzi. Negretti li tiene agli stessi livelli della Svizzera, solo che lì si possono permettere retribuzioni più alte del 30%. La differenza sta tutta nella pressione fiscale che taglia le gambe alla nostra competitività. Permettetemi una considerazione generale che fa capire la differenza sostanziale. In Svizzera le tasse non sono un'imposizione. I cittadini e le cittadine possono decidere del loro carico fiscale attraverso le votazioni o i referendum. In pratica, senza la consultazione popolare non si introducono nuove tasse e non si decide del loro ammontare. Vogliamo parlare dei crediti scaduti? Vi faccio un esempio che si commenta da solo. L'azienda vantava un credito in Svizzera scaduto da due mesi. L'abbiamo segnalato alla competente autorità, sono intervenuti bloccando il conto corrente della società e in 45 giorni i soldi sono arrivati. In Italia, lottiamo da dieci anni per portare a case i crediti. Non parlo delle infrastrutture, dell'efficienza e della legalità. Tutti sappiamo quanto la burocrazia sia un ostacolo pesante per le nostre imprese. Porto ancora un esempio basato sulla mia esperienza. Poco tempo fa, abbiamo posto un quesito al Dipartimento Federale delle Finanze a Berna. Ci hanno richiamato loro dopo nove ore. Un funzionario che parlava l'italiano ci ha dato la risposta che desideravamo. Senza se e senza ma e una volta per tutte! Ora, questo confronto io lo faccio tutti i giorni e ciò nonostante resto qui. Resto perché sono legata al territorio, per la passione e per l'affetto. Ma mi domando se ciò basti a fronte di una burocrazia e di un sistema paese che stanno uccidendo le imprese. Negretti negli ultimi anni è sempre cresciuta, per addetti e per fatturato. Quest'anno abbiamo cominciato a registrare un calo del lavoro per il mercato italiano, dove purtroppo i cantieri stanno chiudendo e il mercato edilizio è bloccato. A ciò si aggiunge la preoccupazione per l'Imu, per le tasse e l'aumento delle tariffe salariali. Tuttavia, ci siamo sforzati di tenere fermi i prezzi. Il risultato, però, è che fatalmente il delta si va a ridurre e che l'azienda rischia di fermarsi e di regredire. Asfissiata, senza capitali da investire, anzitutto nella formazione che per un prodotto di eccellenza come il nostro è decisiva. Non ci arrendiamo. Ci stiamo dando da fare. Abbiamo attuato politiche commerciali per favorire la produzione destinata all'estero, ma non basta perché la fetta prioritaria del nostro mercato è legata alla Lombardia. Abbiamo pensato di aprire una filiale in Svizzera o a una società svizzera che localizzi in Italia. Ma non basta e non basterà. Il nodo è sempre quello. Serve una svolta, altrimenti rischiamo di non vedere la fine del 2013. Voglio ripeterlo, anche a me stessa, il nostro obiettivo fondamentale è restare in Italia, preservare l'occupazione e le famiglie dei dipendenti. Continuo a credere fortemente nella nostra attività imprenditoriale. Ma non mi sento rappresentata da una politica dell'impresa che invece di sostenerle le sta affossando. So che in questa sala c'è il Presidente del Consiglio. Chiedo al Governo di creare le condizioni migliori per gli imprenditori che sono orgogliosi di essere italiani e vogliono rimanere in Italia Non siamo limoni da spremere. Anche perché tutto è stato spremuto.

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Link Utili
www.confartigianato.it/ServizioTgConfartigianato.asp

Allegati
Relazione Presidente Giorgio Merletti.pdf

Contatti
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