Roma, 20 maggio 2013

L'aliquota media applicata sugli immobili strumentali delle imprese si è attestata, secondo l'analisi condotta dall'Ufficio Studi di Confartigianato su un campione di oltre 950.000 imprese localizzate in circa 700 comuni, attorno al 9,4 per mille poco al di sotto del limite massimo del 10,6 per mille. Al dato, poco confortante del 2012, si aggiunga il fatto che per il 2013 è previsto un incremento - da 60 a 65 - dei coefficienti di rivalutazione applicabili alle rendite catastali degli immobili di categoria D. Alla luce di tale situazione e di una recessione economica che non accenna a terminare, Confartigianato Imprese aveva chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri Letta, la sospensione del versamento della prima rata, che però il Governo non ha inserito nel decreto di rinvio per la prima casa. L’Auspicio è, che alle “intenzioni” di riconsiderare l’articolazione della potestà impositiva a livello statale e locale e la deducibilità ai fini della determinazione del reddito d’impresa dell’IMU, relativa agli immobili utilizzati per attività produttive per il 2013, seguano azioni concrete che possano dare un segnale di sostegno reale alle numerose imprese in difficoltà. Soprattutto per quanto riguarda le modifiche da apportare alla tassazione degli immobili produttivi utilizzati come beni strumentali all’attività.