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CONGIUNTURA ECONOMICA
riprende l'industria, artigianato in ombra

Milano, 5 febbraio 2013


Anche il 4° trimestre 2012 ha il segno meno per le imprese manifatturiere artigiane della Lombardia: a fronte di dati congiunturali positivi per l’industria, l’artigianato fa invece registrare dati congiunturale (-1,2%) e tendenziale (-6,0%) negativi. La contrazione della produzione per le aziende artigiane nel 2012 è complessivamente del -7,3%, con un indice della produzione che scende ulteriormente, sotto quota 70 (dato destagionalizzato, base anno 2005=100). “Viviamo in un sistema produttivo in cui le imprese che chiudono sono più di quelle che aprono e in uno scenario economico caratterizzato dall’incertezza, senza possibilità di previsioni a medio termine. Questo è il dato di fatto con cui ci dobbiamo confrontare. – ha affermato Marco Galimberti, delegato di Confartigianato Lombardia per l’Osservatorio MPI, intervenuto questa mattina alla presentazione dei dati congiunturali in rappresentanza della Associazioni Artigiane - Non è più un “momento criticoâ€, è la realtà con cui dobbiamo fare i conti quando pensiamo alle strategie per garantire un futuro alle nostre imprese. I risultati negativi sono diffusi a tutti i settori per l’artigianato, con contrazioni oltre il 10% per l’abbigliamento (-11,8) e i minerali non metalliferi (-10,3%). Più moderato il calo registrato dagli alimentari (-3,5%), che si dimostra il settore artigiano più resistente, seguito dalla meccanica (-5,1%), dalla siderurgia (-5,2%) e dal tessile (-5,4%). Calano dell’8,2% le aziende artigiane produttrici di beni di investimento, ma anche i beni intermedi e di consumo presentano variazioni tendenziali oltre il -5%. A livello dimensionale, per l’artigianato la caduta peggiore riguarda le micro imprese, con un calo dell’8%, ma la classe dimensionale maggiore registra comunque una contrazione del -4%. In posizione intermedia si trovano le imprese da 6 a 9 addetti con un -6%. Il fatturato a prezzi correnti registra un rallentamento della contrazione: -0,9% la variazione congiunturale e -5,5% tendenziale. E’ pari a -6,7% la variazione media dell’anno. Gli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese artigiane calano sul fronte interno (-1,6%), mentre crescono gli ordini esteri (+4,1%). Il buon andamento delle esportazioni delle aziende artigiane non ha un effetto determinante sui risultati complessivi in quanto la quota del fatturato estero sul totale per le aziende artigiane rimane molto contenuta (5,8%). Anche su base annua gli ordini per l’artigianato sono negativi per l’interno (-8,4%) e positivi dall’estero +1,6%. Rimane stabile il portafoglio ordini, con poco più di 33 giornate di produzione assicurata. Il saldo occupazionale è negativo (-1,2%), con tassi di ingresso e di uscita stabili e cresce l’utilizzo della CIG, sia considerando il numero di casi (20,1% delle aziende ha utilizzato ore di CIG nel trimestre) sia considerando la quota di ore utilizzate (3,5%). “La cassa integrazione in deroga è una risorsa che viene utilizzata dagli imprenditori artigiani con grande responsabilità, quando davvero necessario. Il fatto che il suo utilizzo continui a crescere dimostra quanto questo strumento sia indispensabile alle nostre imprese in questo momento – ha continuato Galimberti - Ci chiediamo con allarme cosa potrà succedere quando questa risorsa, in un futuro, purtroppo non troppo lontano, non sarà più adeguata. E ha concluso: “Per garantire un futuro all’intero sistema economico lombardo, crediamo sia necessario avere un atteggiamento diverso, che prenda le mosse dal nuovo scenario in cui ci troviamo ad operare: uno scenario di risorse scarse non solo per le imprese. Bisogna fare sul serio. Le Organizzazioni Artigiane Lombarde sono pronte a collaborare fattivamente con le Istituzioni regionali, mettendo a disposizione la conoscenza delle imprese e la presenza capillare sul territorio per diventare uno strumento di sussidiarietà reale a sostegno dello sviluppoâ€. Risultati, investimenti e aspettative Nell’artigianato rispetto allo scorso trimestre cresce leggermente la quota di aziende con risultati positivi (dal 22% al 25%), rimane invariata la quota delle aziende senza variazioni (22%), e diminuisce la quota di aziende con risultati negativi (dal 56% al 53%). La quota di aziende artigiane che ha realizzato investimenti nel 2012 è limitata al 23,5% e scende al 13% la quota di chi prevede di investire nel 2013. La quota di fatturato investita nel 2012 è stata pari al 12,7%, ed è stata destinata in massima parte all’acquisto di macchinari (76,5%). Le aspettative degli imprenditori artigiani si concentrano tutte in area negativa. Circa il 47% degli intervistati prevede stabilità dei livelli per produzione e domanda interna, il 62% per la domanda estera e l’86% per l’occupazione. Altre variabili dell’andamento congiunturale •Il tasso d’utilizzo degli impianti Le aziende artigiane dichiarano un tasso di utilizzo degli impianti fermo appena sotto il 70%. Fra i settori dell’artigianato solo le pelli-calzature raggiungono un tasso si utilizzo degli impianti del 70%, tra i restanti settori la siderurgia (60,5%) e i minerali non metalliferi (61,3%) presentano i tassi minori. •Il livello delle scorte dei prodotti finiti Le aziende artigiane manifestano segnali di scarsità marcati (-26% il saldo), con il 58% che giudica le scorte adeguate. La quota di aziende artigiane che dichiara di non tenere scorte è molto più elevata rispetto all’industria (58%) e omogenea tra le diverse classi dimensionali. •Le scorte di materie prime Gli artigiani segnalano scorte adeguate nel 47% dei casi, con una prevalenza, anche in questo caso, dei giudizi di scarsità (-13% il saldo). La quota di artigiani che dichiara di non tenere scorte è del 31%.


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