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IMU INGIUSTA PER LE IMPRESE
crolla del 20% il valore dei capannoni

Como, 15 maggio 2012


Gli aumenti dei contributi previdenziali per gli artigiani insieme all’IMU, rischiano di privare gli imprenditori delle ultime energie per aumentare l’occupazione nelle loro aziende e ampliare la superficie produttiva dei loro capannoni, che pagheranno un’imposta come una villa sul Lago vedendosi applicare un’aliquota di base del 7,6 per mille, e in molti comuni addirittura del 10,6 per mille, raddoppiando se non oltre, il valore dell’imposta versata con la vecchia ici. E se non bastasse, aggiungiamo anche le migliaia di imprese falcidiate da una crisi senza fine, che ha svuotato laboratori e capannoni, saturando il mercato degli immobili produttivi e facendone precipitare il valore commerciale fino al 20% in meno, minando così il valore patrimoniale degli insediamenti d’impresa. Centinaia di imprenditori che negli anni passati, hanno acquistato grandi superfici produttive, utilizzate oggi solo in parte, a causa della contrazione degli ordinativi e della caduta a picco della produzione. Anche questi si troveranno a pagare cifre esorbitanti rispetto alla reale capacità produttiva e di reddito. Le motivazioni che hanno avviato la nostra iniziativa – sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese Marco Galimberti - di raccolta delle firme degli artigiani per richiedere ai Comuni, attraverso una petizione, l’applicazione dell’aliquota minima (4,6 per mille), sono ancor più suffragate dagli effetti di una pressione fiscale ormai insostenibile e dall’erosione del “valore delle imprese” dovuta alla crisi e dal moltiplicarsi di imposizioni che vanno a colpire tutte le aziende alla luce del sole, risparmiando invece un sommerso che è sceso ancor più in profondità delle viscere dell’evasione, quella vera, totale. La nostra azione continuerà proprio per sostenere il valore della produttività delle nostre aziende, quale risorsa del territorio. Noi – conclude Galimberti – chiediamo l’applicazione dell’aliquota minima per tutti gli immobili d’impresa nei quali viene svolta direttamente l’attività e quindi intesi come bene strumentale al lavoro dell’imprenditore e non certo come ricchezza patrimoniale assimilato appunto alle seconde case.

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www.confartigianatoimprese.it


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