Como, 06 marzo 2009

Sono centinaia gli artigiani che stanno partecipando alle assemblee promosse da Confartigianato Imprese sul territorio comasco e che si sono già svolte a Cantù e a Menaggio. In primo luogo per illustrare le novità legislative anticrisi, ma soprattutto per raccogliere lo stato d’animo degli imprenditori che stanno attraversando questo duro momento di crisi economica. Mancanza di liquidità in primo piano. Le aziende che stanno soffrendo per i mancati pagamenti dei clienti, chiedono a gran voce di poter attingere al credito prima di tutto, ma in secondo luogo a condizioni di mercato e senza vincoli penalizzanti. L’euribor, la percentuale di riferimento per i finanziamenti a tasso variabile è oggi intorno all’1,50% e per i tassi fissi è al 3,70%. Aggiunti allo spread delle Banche, il margine che l’Istituto applica per la “vendita del denaro”, i finanziamenti arrivano anche a superare il 6% di tasso totale applicato alle imprese. Mettiamo poi che le garanzie richieste sono di gran lunga superiori agli importi dei finanziamenti richiesti, non sono certamente queste le condizioni che possono aiutare la ripresa economica. Inoltre vengono penalizzate le imprese che hanno sempre avuto un ottimo rating e che sono vittime di una crisi globale, non certamente per la loro inaffidabilità improvvisa. La speranza è che i “Tremonti bond”, così come li ha presentati il ministro dell’economia, mettano in condizioni le Banche di riaprire i rubinetti del credito ma con un rapporto più accettabile fra costo e beneficio. Sul tema della liquidità poi, gli artigiani chiedono allo Stato di essere il primo a dare l’esempio ed accelerale i pagamenti della pubblica amministrazione per i lavori effettuati dalle imprese, che devono sottostare a tempi biblici per incassare i corrispettivi. Aggiungiamo la burocrazia, che ostacola ancor più il cammino dell’economia italiana, costellato di adempimenti e obblighi aberranti che minano la fiducia delle imprese nell’apparato amministrativo dello Stato, e concludiamo, con il prezzo dell’energia che le PMI pagano: ben il 42% in più della media Ue e il 27,1% in più delle grandi imprese. Sul piano della pressione fiscale, gli artigiani non hanno dubbi: se non si interviene sugli studi di settore, gli artigiani non avranno i soldi per pagare le tasse e i contributi. E’ un grave allarme quello che gli imprenditori lanciano. La crisi che sta investendo le grandi imprese soffoca le piccole e le piccolissime che, diversamente da esse, non possono attingere agli ammortizzatori sociali. Stiamo dando fondo alle nostre forze – sottolinea un artigiano di Cantù. - Finite quelle, se le banche non ci daranno una mano la vita delle nostre aziende è in serio pericolo. Anche sul fronte dell’Irap, gli artigiani non hanno dubbi: va abolita, o quantomeno non deve essere applicata sulle nuove assunzioni. Il costo del lavoro è ancora troppo alto per i piccoli imprenditori, e se si vuole rispondere all’emergenza occupazione quand’anche gli interventi statali si esauriranno, c’è da mettere mano alla fiscalità sul lavoro. Le assemblee promosse da Confartigianato sulla crisi per gli artigiani associati, continueranno anche nei prossimi giorni con questi appuntamenti: Giovedi 19 marzo ore 20,45 a Erba presso la sala riunioni della Cà Prina; Lunedi 23 marzo ore 20,45 a Villaguardia presso la sala Consiliare; Giovedi 26 marzo ore 20,45 a Como presso la sede di Confartigianato Imprese in viale Roosevelt 15.
Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti:

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