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EVVIVA IL MADE IN ITALY
il 150°, un'occasione da non sprecare

Como, 21 marzo 2011


Gli artigiani del Settore Moda di Confartigianato Imprese vogliono celebrare il 150° dell’Unità d’Italia, ricordando quanto sia importante tutelare e promuovere la cultura, la conoscenza e l’esperienza di questo comparto, che rappresentano i veri valori cresciuti e maturati nel tempo. E’ quanto mai fondamentale - afferma Lorenzo Frigerio, Presidente del comparto di Confartigianato Imprese -assicurare la salvaguardia dell’artigianalità del Settore Moda, da sempre uno dei più apprezzati a livello internazionale. Nella solennità di questo anniversario, non possiamo non richiamare l’attenzione di tutte le istituzioni perché riprendano al più presto il percorso di tutela di questo patrimonio, unico e invidiato nel mondo, attraverso una legge che sancisca una volta per tutte i principi e i valori della moda italiana. Settantamila imprese e seicentomila mila addetti dei settori tessile, abbigliamento, calzature italiani, attendono un segnale preciso, inequivocabile. Una legge che sostenga il marchio “Made in Italy†per distinguere i prodotti realizzati prevalentemente nel nostro Paese da quelli che italiani non sono. Una legge che non si perda tra Roma e Bruxelles, bloccata da un’Unione Europea che, cavalcando pretestuosi e inconsistenti principi di libera concorrenza, dimostra più attenzione alle “infrazioni†interne che alla difesa dagli attacchi esterni al proprio mercato. Bisogna correre ai ripari – continua Frigerio - i nostri rappresentati a livello europeo devono farsi valere per fissare principi e regole, ma soprattutto per difendere, valorizzare e non dimenticare questo nostro patrimonio manifatturiero, e nel contempo garantire ai consumatori la certezza d’origine della merce acquistata. Gli artigiani del settore tessile – sottolinea il Presidente del Settore Moda di Confartigianato Imprese Como - non vogliono barriere o ostacoli, ma una competizione equa e trasparente. E’ tempo che l’Unione Europea si adegui alle esigenze dei propri consumatori, per tutelare il loro diritto ad una corretta informazione sui prodotti che acquistano. Tutto ciò avviene già e ovunque nel mondo, tranne che in Europa. Il comparto moda non può più accettare compromessi. I beni d’importazione extra UE devono sempre indicare chiaramente il paese d'origine. Il consumatore deve poter scegliere in modo consapevole. Dobbiamo combattere il fenomeno della concorrenza sleale e permettere alle imprese europee di allinearsi ai diversi competitors, che già hanno l'obbligo dell'etichettatura, come gli Stati Uniti, Giappone e la stessa Cina. Servono regole chiare per la tracciabilità del prodotto – conclude Frigerio. Nel 2008 il settore moda è stato il più colpito dal mercato del falso con oltre 2,6 miliardi di euro, su un valore complessivo della contraffazione di oltre 7 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Ufficio studi di Confartigianato, nel triennio 2006/2008 l'Italia è stato il terzo Paese europeo per numero di prodotti contraffatti, con 44.516.772 articoli sequestrati, pari all'11,5% del totale europeo. Nel 2008, il 54,6% dei prodotti contraffatti proveniva dalla Cina: oggi in Europa, ogni minuto, ne vengono sequestrati 186.


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