CAMPAGNA DI CONFARTIGIANATO CONTRO L’ABUSIVISMO. “OCCHIO AI FURBI, METTETEVI SOLO IN BUONE MANI”
Sono 3,2 milioni i pericolosi fantasmi che si aggirano per l’Italia. Sono distribuiti in tutto il Paese, anche nella nostra provincia comasca. Sono i lavoratori irregolari e gli operatori abusivi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo che vale 202, 9 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del PIL e che penalizza le nostre imprese artigiane.
“Confartigianato ha lanciato in questi giorni su tutto il territorio nazionale una campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo dal titolo “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”. Tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori, soprattutto ai nostri artigiani, e risorse finanziarie allo Stato - afferma il Presidente di Confartigianato Imprese Como, Roberto Galli - oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori”.
Tre gli obiettivi dell’iniziativa: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare la qualità, la durata e il rispetto delle norme, la convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, oltre a richiamare le Autorità ad un’azione di controllo e repressione e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva.
Contestualmente al lancio della campagna a fumetti, Confartigianato Imprese ha diffuso uno studio con l’allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori. Per numero di‘occupati, con 3,2 milioni di irregolari, il sommerso è il terzo settore più numeroso dell’economia italiana, preceduto dai servizi, che contano 16,3 milioni di addetti, e dal manifatturiero (4 milioni di addetti).
Sono 709.959 le aziende italiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale ad opera di 1 milione di operatori abusivi che si spacciano per imprenditori, ma che di regolare non hanno nulla. È irregolare il 14% dei soggetti che svolgono attività indipendente e questa quota è aumentata di 0,6 punti percentuali rispetto al 2011.
In particolare, i rischi maggiori d’infiltrazione abusiva li corrono 587.523 imprese artigiane sul territorio italiano, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’acconciatura ed estetica, dell’autoriparazione, dell’impiantistica, della riparazione di beni personali e per la casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione, dei traslochi. Abusivismo e lavoro sommerso non risparmiano nessuna regione d’Italia, ma il Mezzogiorno ha il record negativo con il tasso di lavoro irregolare sull’occupazione totale pari al 17,5%, mentre il Centro Nord si attesta sul 10,7% e il Nord Est si ferma al 9,2%. Record in negativo per per la Calabria, dove non è regolare un quinto (21,5%) degli occupati della regione, seguita da Campania (18,7%), Sicilia (18,5%), Puglia (15,9%), Molise (15,8%) e Sardegna (15,3%). Il tasso più basso di lavoro irregolare sul totale degli occupati (8,4%) si registra nella Provincia autonoma di Bolzano.
Ma è nel Nord che si annida il maggior numero di abusivi che si fingono imprenditori. La classifica vede infatti in testa la Lombardia dove l’economia sommersa ne ‘arruola’ 130.800. Seguono la Campania (121.200), il Lazio (111.500), la Sicilia (95.600) e la Puglia (78.100). A livello provinciale, Roma batte tutti con 84.000 abusivi, seguita da Napoli (59.500), Milano (47.400), Torino (30.600), Salerno (26.100).