GALLI, CONFARTIGIANATO COMO: IL DECRETO `CURA ITALIA` È UNA PRIMA RISPOSTA MA RESTA DA FARE ANCORA MOLTISSIMO
Gli artigiani non sono disponibili ad accettare provocazioni di burocrazia e click day. Le imprese chiedono liquidità.
Il decreto pubblicato in GU il 17 marzo, è una prima risposta alle emergenze del Paese, ma purtroppo resta da fare ancora moltissimo. Il centralino e le caselle di posta elettronica di Confartigianato Como registrano un flusso continuo di chiamate e messaggi. Di aiuto, di speranza, ma soprattutto di chiarimenti anche agli annunci inopportuni come quello di un “click day” per gli indennizzi ai lavoratori autonomi.
E’ questo il commento di Roberto Galli, Presidente di Confartigianato Como, dopo qualche giorno dall’entrata in vigore del Decreto “Cura Italia”.
L’impatto economico dell’emergenza coronavirus sugli artigiani e sulle micro e piccole imprese è vastissimo – continua Galli – e saranno necessarie ulteriori misure per venire in aiuto agli imprenditori che in queste condizioni sono impegnati nel contenimento dei danni e a resistere sul mercato. Dopo queste prime misure andrà quindi affrontata la fase due con ulteriori interventi e, a emergenza sanitaria conclusa, saranno necessari provvedimenti dedicati agli indennizzi per i danni subiti dalle imprese e a rilanciarne l’attività”.
“Il Decreto – spiega ancora il Presidente della struttura comasca – ha recepito le sollecitazioni di Confartigianato per la sospensione e la proroga di versamenti e adempimenti e le misure di tutela del lavoro, ma la necessità immediata delle nostre imprese sarà quella della liquidità, per far fronte agli impegni già assunti, per i rapporti di lavoro in essere, per le forniture.
Anche in questo senso, sollecitiamo la soluzione del problema della miriade di adempimenti delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione, alla quale chiediamo anche, in questo delicato momento, di evitare le provocazioni della burocrazia. Un esempio? Nel decreto “Cura Italia” è prevista la sospensione per due mesi degli accertamenti ma, paradossalmente, è anche prevista la proroga di due anni dell’accertabilità per gli anni trascorsi, oppure come detto, l’annuncio di un “click day” per gli indennizzi ai lavoratori autonomi che ha sollevato le critiche di tutti gli attori sociali.
In questa situazione di gravissima emergenza non possiamo accettare queste provocazioni, che fanno davvero male agli imprenditori che stanno cercando di resistere con tutti i mezzi, rispettando la Legge e facendo di più di ciò che è nelle loro possibilità per aiutare la comunità di cui fanno parte sui nostri territori.
Sono molti gli artigiani infatti che stanno continuando la loro attività con le massime precauzioni e applicando i protocolli di sicurezza dettati dagli accordi istituzionali, cercando di contribuire a non fermare un’economia allo stremo delle forze. Così come sono diversi i laboratori artigiani che si sono resi disponibili a convertire parte della loro produzione per gli strumenti di protezione necessari agli ospedali come le mascherine o gli occhiali protettivi.