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DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E RITARDI DI PAGAMENTO
Merletti Confartigianato a `Il Giornale`: la Compensazione debiti-crediti รจ la soluzione ai ritardi di pagamento

In un’intervista pubblicata oggi da Il Giornale il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti commenta la sentenza emessa ieri dalla Corte di Giustizia europea con la quale si stabilisce che l’Italia ha violato la direttiva europea sui tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Secondo Merletti, nonostante una diminuzione delle attese per essere pagati dagli Enti pubblici, troppi imprenditori non possono contare sulla certezza di vedersi saldate le fatture nei 30 giorni stabiliti dalla legge. E il Presidente di Confartigianato rilancia quella che considera la soluzione al problema: la compensazione diretta e universale tra i debiti (fiscali e contributivi) e i crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione. La sua applicazione consentirebbe in un anno di estinguere oltre la metà (53,5%) del debito della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, portandoci in linea con l’Europa.

Di seguito il testo dell’intervista del Presidente Merletti a Il Giornale.

A sei anni dalla direttiva Ue la situazione è cambiata per i creditori dello Stato?

I miglioramenti ci sono stati. Quello dei tempi di pagamento è uno dei casi in cui far parte dell’Europa si è rivelato vantaggioso visto che il recepimento della direttiva Ue in questi anni ha consentito di ridurre, in parte, la media dei tempi di pagamento della PA. Ma la situazione è ancora a macchia di leopardo, con notevoli differenze tra gli Enti pubblici e tra le aree del Paese. Sono ancora troppo poche le Amministrazioni che saldano le fatture entro il termine dei 30 giorni imposti dalla legge.

Chi sono i peggiori?

Secondo nostre rilevazioni c’è una grande variabilità sul territorio, con 3.196 Comuni che pagano entro i 30 giorni mentre 1.207 Comuni pagano oltre i 60 giorni. I tempi medi di pagamento più elevati dei Comuni si registrano in quelli localizzati in Molise (57 giorni), Calabria (56 giorni), Campania (50 giorni), Umbria (48 giorni) e Abruzzo (46 giorni). Sul versante opposto sono più virtuosi i comuni localizzati nella Provincia Autonoma di Bolzano che impiegano 20 giorni per pagare i propri creditori; seguono il Veneto (28 giorni), la Valle d’Aosta e la Liguria (entrambe con 29 giorni).

Che segnali arrivano dai vostri associati?

La percezione diffusa tra gli imprenditori è di una diminuzione delle attese per essere pagati dalle Amministrazioni pubbliche, anche se permane l’odiosità del dover far da banca alla pubblica amministrazione nello stesso momento in cui le banche sono così restie a concedere credito alle piccole imprese. Confidiamo che tempi medi di pagamento più ‘europei’ si trasferiscano anche nella generalità dei rapporti commerciali B2B. Infatti, i cattivi pagatori esistono, eccome, anche tra i committenti privati e a farne le spese sono spesso proprio le piccole imprese con minor potere contrattuale.

Con la sentenza cosa può cambiare?

Mi auguro che la sentenza sproni il Governo a rimettere il tema dei tempi di pagamento al centro dell’agenda di politica economica. Il problema, come dicevo non è risolto. Perché lo Stato è un esattore velocissimo quando si tratta di incassare ma, se deve saldare i suoi debiti, è un pagatore lento? Bisogna insistere e cambiare questa situazione. E la soluzione è a portata di mano, Confartigianato la propone da tempo: si chiama compensazione diretta e universale tra i debiti (fiscali e contributivi) e i crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione.

La strada delle compensazioni è ancora percorribile?

Certo, basta volerla attuare, le tecnicalità necessarie sono già tutte disponibili per la PA. Consideri che il debito commerciale della PA italiana vale il 3% del Pil, rispetto all’1,6% della media dei Paesi Ue. Ebbene, se si applicasse la compensazione, in un anno si estinguerebbe oltre la metà (53,5%) del debito della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, portandoci in linea con l’Europa.

Clicca QUI per leggere l’intervista su Il Giornale


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