Como, 12 aprile 2010

L'Italia è stato il primo Paese ad approvare poche settimane fa, in Parlamento la legge, valida per il tessile, la pelletteria e le calzature, in base alla quale solo le aziende che effettuano almeno due fasi della lavorazione possono esibire l'etichetta Made in Italy. IL Senatore Alessio Butti del PDL, ha reso noto che giovedì scorso, la Commissione mercato interno del Parlamento Europeo ha approvato il regolamento sull'indicazione dell'origine dei prodotti. Per entrare in vigore il provvedimento dovrà essere votato in aula e ricevere il via libera del Consiglio europeo, ma costituisce un importante segnale di attenzione alla tematica da parte dell'Unione Europea.

DDl su tessile made in Italy è legge
FRIGERIO, CONFARTIGIANATO MODA DI COMO: UN PROVVEDIMENTO CHE DOVRA' CONTRIBUIRE A TUTELARE LA FILIERA TESSILE COMASCA
soddisfazione di Confartigianato

Dopo aver sentito direttamente dal relatore della Legge sul Made in Italy per il tessile, Reguzzoni, sono ancora più convinto che il provvedimento, pur non raggiungendo appieno gli obiettivi richiesti dal settore, possa contribuire a tutelare e rafforzare la filiera tessile comasca.
E' Lorenzo Frigerio, artigiano tessile di Como, presidente di Confartigianato Moda a commentare la nuova Legge sul Made in Italy che dopo un lungo iter ha visto la luce nei giorni scorsi.
La nuova normativa - ha aggiunto Frigerio, intervistato da RAI 3 presso la sua azienda - prevede che la parte prevalente delle lavorazioni siano effettuate in Italia per poter etichettare i capi con il Made in Italy, e in attesa di una circolare esplicativa che chiarisca ancora meglio alcuni concetti, credo di poter comunque esprimere soddisfazione per aver raggiunto un traguardo impensabile solo fine a qualche tempo fa, per difendere e valorizzare con norme certe i prodotti delle imprese che investono e danno lavoro in Italia.
Anche il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini commenta positivamente l’approvazione definitiva del Ddl sulla tutela del tessile made in Italy. “Confartigianato – sottolinea Guerrini - ha fatto della battaglia a difesa del made in Italy il simbolo dell'uscita dalla crisi per le piccole imprese. Siamo sempre stati in prima linea a sollecitare iniziative concrete per valorizzare il nostro patrimonio manifatturiero e per consentire ai consumatori di riconoscere l’origine e la qualità dei prodotti. E ora, anche grazie alle nostre battaglie, sia a livello europeo che nel nostro Paese sta crescendo la consapevolezza che il made in Italy non si difende a parole, ma con atti concreti ed efficaci”. Secondo Guerrini “ora bisogna andare con coraggio in direzione di una norma che tuteli la denominazione d’origine. Su questo fronte cominciano ad arrivare segnali di interesse anche da parte di altri Paesi manifatturieri d'Europa, come la Francia e la Germania”.

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