Como, [Maggio 2025] – Il settore della Moda, pilastro del Made in Italy e dell`economia comasca, si trova ad affrontare un periodo di estrema complessità e incertezza, aggravato dalle crescenti tensioni geopolitiche e dalla minaccia di nuovi dazi internazionali. I dati più recenti presentati da Confartigianato delineano un quadro preoccupante, con impatti economici significativi già visibili e prospettive future critiche se non verranno intraprese azioni decisive.
La produzione del settore Moda (Tessile, Abbigliamento, Pelle) ha subito una flessione intensa, pari al -7,1% nel 2024 e al -2,6% nel primo trimestre 2025, performando peggio rispetto alla media del manifatturiero italiano. In particolare, il comparto della Pelle (Ateco 15) ha registrato i cali più marcati (-18,0% nel 2024 e -11,2% nel I trimestre 2025).
Anche le esportazioni, vitali per il nostro settore, mostrano un trend negativo, con una variazione tendenziale del valore pari al -6,0% nel 2024 e al -6,6% nel primo bimestre 2025. Le previsioni sul trend dell`export per il 2025 e 2026 sono state riviste al ribasso a causa della "Guerra dei dazi", portando al possibile rinvio della ripresa del Made in Italy addirittura al 2027.
La minaccia concreta di nuovi dazi, in particolare nelle trattative in corso tra USA, UE e Cina, rappresenta un rischio tangibile. Secondo un`informativa del MIMIT del 14 maggio 2025, dazi reciproci al 10% tra Italia e Stati Uniti avrebbero un impatto negativo del -6,5% sulle nostre esportazioni verso gli USA, mentre dazi al 20% comporterebbero una contrazione del -10%. È interessante notare un "Effetto annuncio dazi", con l`export extra UE in crescita nel I trimestre 2025 (+3,1%), spinto soprattutto dagli USA (+11,8% nel I trim. 2025 e un notevole +41,2% a marzo 2025), un segnale che le imprese potrebbero cercare di anticipare spedizioni in vista di future barriere.
A questo si aggiungono la persistente debolezza dei consumi interni per abbigliamento e calzature (-2,4% nel 2024), il calo delle vendite al dettaglio, le attese negative sugli ordini e un forte calo nelle previsioni di assunzione nel trimestre maggio-luglio 2025 (-12,8% per la moda contro un +0,3% del manifatturiero totale). Inoltre, i costi energetici rimangono elevati e le condizioni di accesso al credito sono peggiorate per le imprese italiane rispetto alla media europea.
"Il settore vive una fase critica che non possiamo più permetterci di sottovalutare," dichiara Davide Gobetti, Presidente del settore Moda di Confartigianato Como. "Produzione ed export sono in calo, i costi restano elevati e la domanda interna non dà segnali di ripresa. La prospettiva di nuovi dazi, in particolare verso gli Stati Uniti, rischia di aggravare ulteriormente la situazione, colpendo in modo diretto le imprese, soprattutto le più piccole. In questi mesi stiamo assistendo a una corsa per anticipare le consegne verso l’estero, segno evidente della tensione e dell’incertezza che pesa sul comparto. Le micro e piccole imprese della moda rappresentano l’ossatura produttiva del nostro territorio e della filiera italiana, ma sono anche le più esposte agli shock esterni. La qualità del Made in Italy è un punto di forza riconosciuto a livello internazionale, ma non può bastare da sola a fronteggiare un contesto così complesso. Servono azioni concrete e tempestive a sostegno della filiera, dalla tutela dell’export alla formazione delle competenze, per evitare che la ripartenza venga ulteriormente compromessa."
La situazione richiede la massima attenzione da parte delle istituzioni e l`implementazione di misure a sostegno delle imprese del settore Moda per mitigare gli impatti negativi dei dazi e supportare la tenuta e la ripresa di un comparto strategico per l`economia del territorio e nazionale.
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