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ALTERNATIVA A ECOBONUS E SUPERBONUS

Si sta delineando il testo della manovra di bilancio per il 2025: in alternativa alle detrazioni sembra esserci la via dei certificati bianchi tra le misure per ridurre i consumi di energia primaria nel settore immobiliare residenziale.

La Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici (cd. Case Green) fissa un obiettivo vincolante per la riduzione del consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare residenziale, ovvero un risparmio di almeno il 16% rispetto al 2020 entro il 2030, di cui il 55%  da conseguire nel 43% degli edifici con prestazioni peggiori.

Questo obiettivo risulta particolarmente sfidante per l’Italia, il cui parco immobiliare è costituito per il 70% da abitazioni con la peggiore prestazione energetica e per il 60% da fabbricati realizzati prima dell’approvazione della legge sul risparmio energetico degli edifici (legge 373/1976).

Il governo punta dunque ad adottare una serie di interventi a costo zero per la finanza pubblica innescando meccanismi virtuosi per gli investimenti privati.

Ribadito quindi l’intento di superare, almeno in specifiche situazioni, il sistema delle detrazioni fiscali, la soluzione messa nero su bianco è quella di creare un mercato per i certificati bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti.

Non si tratta di una novità in quanto sono da tempo sono previsti per le imprese. Le regole sono dettate dal GSE.

Il meccanismo dei certificati bianchi, entrato in vigore nel 2005, è il principale strumento di promozione dell’efficienza energetica nel settore industriale, delle infrastrutture a rete, dei servizi e dei trasporti, ma riguardano anche interventi realizzati nel settore civile.

I certificati sono titoli negoziabili che attestano il raggiungimento di risparmi negli usi finali di energia. Un certificato equivale al risparmio di una Tonnellata Equivalente di Petrolio (TEP). Il GSE riconosce un certificato per ogni TEP di risparmio conseguito grazie alla realizzazione dell’intervento di efficienza energetica.

Su indicazione del GSE, i certificati vengono poi emessi dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) su appositi conti. Tutti i soggetti ammessi al meccanismo sono inseriti nel Registro Elettronico dei Titoli di Efficienza Energetica del GME. I titoli possono poi essere scambiati e valorizzati sulla piattaforma di mercato gestita dal GME o attraverso contrattazioni bilaterali. Il valore economico dei titoli è definito nelle sessioni di scambio sul mercato.

Il sistema prevede obblighi di risparmio di energia primaria per i distributori di energia elettrica e gas naturale con più di 50.000 clienti finali (i “Soggetti obbligati”) e attribuisce, per ogni anno, obiettivi da raggiungere.

I soggetti obbligati possono adempiere alla quota d’obbligo di risparmio in due modi:

  • realizzando direttamente i progetti di efficienza energetica ammessi al meccanismo;
  • acquistando i titoli dagli altri soggetti ammessi al meccanismo.

Oltre ai distributori di energia, possono partecipare al meccanismo anche altri soggetti volontari, tipicamente le società di servizi energetici (ESCO) o le società che abbiano nominato un esperto in gestione dell’energia (EGE) certificato.

Queste sono le regole per le imprese e per i soggetti obbligati.

Chiaramente affinché il sistema funzioni anche per i privati occorrerà necessariamente rivedere i meccanismi anche in riferimento al valore dei certificati in materia di riduzione dei consumi.

Probabilmente sarà un processo graduale, e ancora per un po’ detrazioni fiscali, anche se ridotte per i redditi più elevati, e altre forme di incentivo sono destinati a coesistere, come peraltro annunciato dal MITE nei giorni scorsi.


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