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LETTERA CON LA POSIZIONE SINDACALE DEL PRESIDENTE NAZIONALE DI CONFARTIGIANATO TAXI: SIG. ALESSANDRO NORDIO

Pubblicata il: 19-03-2018

AI TASSISTI ASSOCIATI A CONFARTIGIANATO TAXI

 

SI PUBBLICA DI SEGUITO LA POSIZIONE SINDACALE DEL PRESIDENTE CONFARTIGIANATO TAXI ALESSANDRO NORDIO.

 

SILENZIO ASSORDANTE ED UN FUTURO POSSIBILE

In questi ultimi tempi vi sono molte iniziative, nel nostro settore, alcune lodevoli, che da più parti vengono proposte ed in alcuni casi anche messe in atto, a volte con successo.

Tali iniziative hanno il minimo comun denominatore di tentare di dare una risposta ad un futuro ipotetico. Tale futuro ipotetico è forse probabile, ma comunque è al di fuori della nostra portata.

Lo è per alcune limitazioni intrinseche, di fare impresa, dovute ad alcuni ben precisi vincoli legislativi che ci hanno protetto, all’interno di un mercato regolato, in questi trent’anni.

Lo è soprattutto per una questione economica, che ci limita fortemente, rispetto alla capacita di spesa illimitate (in termini di investimenti e marketing) e capacità di catturare il legislatore che sembrano avere, e con tutta probabilità hanno, i nostri competitor, in ragione della loro dimensione sovra nazionale ed in alcuni casi mondiale.

La premessa è utile per affermare, con assoluta certezza, che il modello di servizio pubblico costruito fino ad oggi, a legislazione vigente, ha dato risultati tangibili e non contestabili in termini di, efficienza, qualità, professionalità, soddisfazione dell’utente, capacità di garantire mobilità a costi sostenibili e senza oneri per l’erario.

Sento già, dopo questa affermazione, alzarsi forti, le grida dei nostri Catoni, in servizio permanente effettivo, fustigatori dei nostri comportamenti, che sosterranno la tesi che ciò non è vero e che vi è molto da migliorare e da fare per affrontare il futuro che ci aspetta.

Questo è in parte vero, ma non coglie la sostanza del problema, perché non in tutte le città il servizio ha avuto presenti contemporaneamente, in termini assoluti, tutti i fattori in gioco, che entrano, nella produzione di un corretto servizio pubblico di trasporto persone, al passo con i tempi e tecnologicamente moderno.

QUALI SONO QUESTI FATTORI CHE CARATTERIZZANO IL SERVIZIO?

Sono sostanzialmente quattro: I vettori titolari delle licenze, i consumatori/utenti, i pubblici regolatori, di ogni ordine e grado, le centrali radiotaxi, nella quasi totalità di proprietà dei vettori che autoproducono, a proprie spese, il servizio a valore aggiunto, dato dalla possibilità tecnologica, di reperire un taxi in tutte le forme che la tecnologia oggi mette a disposizione.

Laddove questi quattro fattori, ognuno per la propria parte, è stato correttamente, proficuamente e virtuosamente messo in relazione, uno con l’altro, attraverso il servizio radiotaxi svolto dagli organismi economici (previsti dalla normativa) dei vettori, in quel dato luogo, il servizio ha raggiunto livelli adeguati e di assoluto valore.

Oggi ribadiamo, tutto questo sembra non più sufficiente, a causa dalle nuove tecnologie che hanno trasformato in un algoritmo la mobilità, tale salto tecnologico è stato consentito, dal forte e illimitato afflusso di capitali interessato ad entrare nel settore.

Per questo insieme di ragioni combattere con le stesse armi un nemico così forte e potente e con la possibilità di cedere o conquistare territori (politici, sociali, economici) a proprio piacere non è né tatticamente ne strategicamente alla nostra portata.

Non lo è perché il nemico che affrontiamo avrà sempre e comunque, per metafora, un soldato, un cannone, un aereo, una nave più di noi. i dovrà necessariamente trovare, un campo di confronto, a noi più consono e con queste mie parole, suggerisco di avviare una riflessione comune, con tutti i colleghi, ed in particolare con i gruppi dirigenti.

Continuare ad indicare strade senza un probabile sbocco è un inutile spreco di risorse umane e materiali (queste ultime sempre più scarse e soprattutto non rinnovabili visto la crisi di liquidità del settore).

Non provare ad avviare una discussione comunque non ci sottrarrebbe, in futuro, dalle nostre responsabilità, come dirigenti e come operatori del settore.

La nostra esperienza ci dice che dobbiamo fare questa riflessione, lo dobbiamo alle nostre e ai nostri colleghi più giovani che hanno investito e creduto nella possibilità di avere un lavoro dignitoso ed in grado di generare una speranza di futuro.

Nell’attesa che queste considerazioni trovino interlocutori che le considerino meritevoli di attenzione, ritengo invece opportuno evidenziare un futuro certo che ci aspetta, potenzialmente esiziale, sul quale sento un “silenzio assordante”, quasi nel volerlo esorcizzarlo, soprattutto da parte di chi ha una formazione di tipo “social” che seppur meritevole, ha la lacuna di non cogliere la complessità che ci circonda, a causa delle informazioni (sharing economy in tutte le forme e auto a guida autonoma ad esempio) poste in rete, che sovente, vengono utilizzate e gettate in pasto agli astanti, dai “manovratori esterni”, come “arma di distrazione di massa”.

Il contesto ambientale, nell’ambito fiscale, in cui abbiamo operato in questi anni è stato oggetto di diversi mutamenti che, dietro alla facciata della “semplificazione”, ha visto gradualmente erodere risorse e diritti in capo alle imprese.

Dai costi sostenuti per le rispondere alle nuove esigenze di trasparenza richieste dall’Agenzia delle Entrate (spesometri, comunicazioni delle liquidazioni IVA ecc.), si passa alla riduzione del credito d’imposta sulle accise, giungendo, dal 2018, all’eliminazione dell’agevolazione chiamata super ammortamento per taxi, noleggio autoscuole ecc.

In tale scenario, si collocano pure alcune ulteriori e importanti novità che ci riguardano e che se non correttamente affrontate, potranno contribuire a favorire una marginalità economica, più vicina e più esiziale o almeno altrettanto, del futuro tecnologico che ci aspetta.

Esiziali perché ci priveranno, nel breve periodo, delle risorse e dell’humus necessario per affrontare tali sfide tecnologiche.

IN PARTICOLARE, IL SILENZIO ASSORDANTE RIGUARDA:

  1. ISAF: dal 2018, andranno in pensione gli studi di settore e spariranno i ben conosciuti parametri contabili ed extra contabili per calcolare congruità, normalità, coerenza, in favore di non ben precisati Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale, i cui meccanismi di calcolo sono ancora privi di sperimentazione e riscontro pratico degli effetti.
  2. Rifornimenti di carburante: obbligo di fattura elettronica per l’acquisto dei carburanti, abolizione della scheda carburante e pagamento tramite strumenti tracciabili, tutto dal 1° luglio 2018.
  3. Obbligo di emissione e conservazione di fatture, ove richieste, esclusivamente in formato elettronico, dal gennaio 2019.
  4. Entrata in vigore delle nuove norme che riguardano il diritto fallimentare, norme destinate principalmente alle micro imprese e che prevedono, tra l’altro, l’obbligo di dotarsi di assetti organizzativi atti a rilevare in tempo reale eventuali situazioni di crisi finanziaria, anche mediante il calcolo di indicatori finanziari che monitorino la situazione di liquidità e conseguente capacità di assolvimento dei propri debiti. Istituzione di un organo presso le CCIAA che avrà il compito di gestire le crisi d’impresa e al quale Agenzia Entrate, Inps e Agenzia Entrate Riscossione segnaleranno le situazioni debitorie più critiche con l’obbligo, per il debitore, di risolverle entro tre mesi. Pena la liquidazione giudiziale dell’impresa.

Forse una serie di norme studiate per eliminare parte delle partite IVA presenti nel paese. Su questi temi, auspico, avremo il modo di confrontarci a breve, per tentare di squarciare un velo, potenzialmente in grado, molto prima di quanto pensiamo, di dare un colpo risolutivo, al modello organizzativo che a fatica abbiamo costruito e attraverso il quale abbiamo prosperato.

Alessandro Nordio
19/03/2018

GIUSEPPE PUGLIESI
Responsabile politiche territoriali
Legislazione settori e mestieri