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COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI SONO LE CRITICITÀ?

Quali sono le difficoltà che impediscono lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)? Dall’analisi di Clust-ER Greentech è emerso che gli ostacoli sono soprattutto di tipo culturale e temporale, ma anche tecnico-normativi.

Lo studio, articolato in varie fasi, ha portato all’elaborazione di un documento di analisi, partendo da una fase esplorativa attraverso interviste a socie e attori di progetti CER a livello nazionale. Una seconda fase ha coinvolto esperti sulle possibili soluzioni alle criticità emerse dall’indagine e nella terza fase tutte le informazioni sono state sistematizzate per ottenere una sintesi, con indicazioni utili per tutti coloro che sono coinvolti in percorsi di costituzione e gestione delle CER.

I risultati mostrano che tra le criticità rilevate vi è la percezione del concetto di CER, intesa quale mero strumento per risparmiare in bolletta, anziché come innovazione che può segnare un cambiamento sociale, ambientale e di sviluppo territoriale.

Nel documento viene sottolineato questo ostacolo culturale che rende la visione semplicista, non favorendo una corretta visione in grado di valorizzare i reali vantaggi delle CER, rischiando di creare false aspettative su potenziali benefici puramente economici a breve termine e soluzioni alla crisi energetica. Altro ostacolo è rappresentato dal ruolo delle pubbliche amministrazioni che non sempre sono in grado di gestire le comunità energetiche, sia per sottodimensionamento delle risorse interne, sia per limitate competenze. Inoltre la lunga tempistica che intercorre tra l’attivazione di una CER e il tempo utile per quantificare le ricadute positive sul territorio può smorzare l’interesse dei soggetti coinvolti.

Riguardo agli aspetti normativi, la principale criticità è nell’attuale incertezza normativa dovuta ai recepimenti dei decreti attuativi, oltre che, dal punto di vista tecnico, il reperimento dati è tra i temi critici. Fondamentale precisare quanto le scelte legate al dimensionamento degli impianti siano connesse al reperimento dei dati (curve orarie di carico e produzione rappresentative delle possibili tipologie di Prosumers) e alla possibilità di monitorare i consumi.

Altre informazioni al momento difficilmente reperibili sono quelle legate all’ottenimento dei dati relativi alle cabine di trasformazione, aspetto problematico e ancora da sciogliere, sia per quanto riguarda i flussi di informazione in sé, sia per le tempistiche di ricezione dei dati, che i gestori non sono obbligati a cedere. Da questo punto di vista, recentemente è stato fatto un importante passo avanti: il 27/12/2022 ARERA ha approvato il TIAD (Testo Integrato per l’Autoconsumo Diffuso) in cui sono indicate le modalità e le tempistiche per la messa a disposizione dei dati da parte delle imprese distributrici.

Aspetto non di poco conto è da considerarsi l’impossibilità di aggregare alla CER impianti di dimensione superiore, oggi il limite massimo di 1 MW di potenza. Tuttavia, si specifica che si possono associare più impianti da 1 MW ciascuno.

Infine è bene sottolineare l’importanza dell’utilizzo dei sistemi di accumulo che presenta i vantaggi di un maggior autoconsumo, una più elevata autonomia nella gestione dell’energia prodotta localmente e una riduzione sia dei picchi di potenza immessa in rete che degli squilibri dovuti a l’aleatorietà delle fonti rinnovabili. Tuttavia i costi elevati  (€/kWh) e l’assenza di specifici incentivi economici, rende difficile l’installazione.

Certamente la burocrazia necessaria per la costituzione di una CER (si pensi alla scelta del modello giuridico) rappresenta un ulteriore scoglio di non facile superamento.

La costituzione di Comunità Energetiche e comunque l’utilizzo di fonti rinnovabili in regime di autoconsumo, deve diventare un paradigma culturale attraverso un cambio di mentalità. Facendo rete è possibile anche superare le criticità oggettive, dalle questioni burocratiche alla diagnosi energetica e progetto tecnologico.

Per informazioni: UFFICIO COSTRUZIONI di Confartigianato Como – 031/316390, oppure costruzioni@confartigianatocomo.it


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