COMMERCIO ESTERO: L`EXPORT DI MARZO-APRILE A -27% NELL`EMERGENZA COVID-19
Il trend sul territorio del made in italy in settori di mpi nel 1° trimestre 2020
L’analisi dei dati sul commercio estero pubblicati giovedì mette in evidenza l’ampio calo di domanda estera connessa con il “lockdown” mondiale per contrastare l’epidemia da Covid-19. Ad aprile 2020 si registra un crollo delle vendite all’estero del 41,6%, nel complesso del bimestre marzo-aprile 2020 l’export si riduce di oltre un quarto (-27,0%). In ottica settoriale, prendendo a riferimento i principali comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di micro e piccola imprese (MPI), si rileva che l’Alimentare, bevande e tabacchi segna una sostanziale tenuta (-1,0%) mentre, all’opposto a marzo era l’unico a crescere (+13,5%), all’opposto la Moda perde il 79,1%, appesantendo il già pessimo dato di marzo (-32,2%), i Mobili sono a -74,3% a fronte del -25,3% di marzo. Si aggrava, quindi, la difficile situazione del comparto della Moda, evidenziata in una nostra recente analisi di Confartigianato.
Il trend nei settori di MPI nel territorio – Gli ultimi dati per territorio relativi ai nove comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di micro e piccola impresa – food, moda, legno e mobili, prodotti in metallo, gioielleria e occhialeria – sono relativi al I trimestre 2020 ed indicano un calo del -4,8% su base annua, risultato peggiore rispetto al -2,0% dell’export dell’intero comparto. Nell’analisi territoriale – a cui ha collaborato l’Ufficio Studi di Confartigianato Marche – si evidenzia che tra le 13 principali regioni esportatrici di prodotti dei settori di MPI – ciascuna con una quota sul totale nazionale maggiore o uguale all’1,0% – la dinamica del I trimestre 2020 migliora se confrontata con quella del I trimestre 2019 in tre territori e cioè Campania, Trentino-Alto Adige e Umbria. In queste tre regioni si registrano anche dinamiche positive nell’ultimo periodo disponibile: Campania +4,0%, in controtendenza rispetto al -2,2% dell’anno prima, Umbra +4,4% (era +0,4% l’anno precedente) e Trentino-Alto Adige +6,7%, anche in questo caso segnando un’inversione di tendenza rispetto al I trimestre 2019 (-3,2%). Segno più, ma tra le regioni con peggioramento, si osserva in Emilia Romagna con il +1,0% (era +2,4% nel I trimestre 2019) e nel Lazio con il +3,9% (era +5,8% nel I trimestre 2019); mentre dinamica negativa e peggiore di quella osservata nel I trimestre 2019 tra i restanti principali territori esportatrici di prodotti di MPI: Piemonte con il -2,1% (era +2,3% l’anno prima), Friuli-Venezia Giulia con il -4,2% (era +3,6% l’anno prima), Lombardia con il -5,2% (era +2,1% l’anno prima), Veneto con il -5,4% (era +1,0% l’anno prima), Abruzzo con il -10,7% (era +1,1% l’anno prima), Marche con il -11,5% (era -4,0% l’anno prima), Puglia con il -11,9% (era +3,5% l’anno prima) e la Toscana con il -13,5% (era +18,5% l’anno prima).
A livello provinciale, tra le trentacinque principali province esportatrici di prodotti dei settori di MPI – anche in questo caso ciascuna con una quota sul totale nazionale maggiore o uguale all’1,0% – si rileva una crescita soltanto in 9 territori: Torino con il +19,8%, Parma con il +18,3%, Novara con il +17,0%, Bolzano con il +12,6%, Piacenza con il +12,4%, Napoli con il +7,4%, Perugia con il +2,5%, Salerno con il +2,2% e Vicenza con il +0,2%.
La provincia di Como rientra purtroppo nel resto dei territori che presentano percentuali in calo anche a due cifre, mentre il territorio comasco si attesta ad un meno 6,1% e la provincia di Lecco a meno 8,8%.