Hai cercato: - trovate: 1050 faq
-
Pubblicata il: 07-09-2021
Contribuente forfetario e acquisto di beni intraUE
Un soggetto forfetario (iscritto al VIES) nel mese di luglio 2021 ha acquistato un bene da uno Stato UE ricevendo una fattura senza IVA. Per tale acquisto può / deve essere applicato il reverse charge?
Nei confronti dei contribuenti che adottano il regime forfetario, ai sensi dell’art. 1, comma 58, lett. c), Legge n. 190/2014 per gli acquisti intraUE è applicabile l’art. 38, comma 5, lett. c), DL n. 331/93.
Di conseguenza gli acquisti da Stati UE fino a € 10.000 non sono considerati intraUE (l’IVA è assolta nello Stato di origine dei beni), salvo la possibilità di optare per l’applicabilità dell’IVA in Italia. Per importi superiori a € 10.000, come evidenziato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 4.4.2016, n. 10/E l’acquisto “assume rilevanza in Italia, secondo le regole ordinarie degli acquisti” intraUE. In particolare il contribuente deve integrare con l’IVA la fattura estera e versare l’imposta entro il 16 del mese successivo a quello di effettuazione dell’acquisto. Nel caso di specie, il comportamento tenuto dal contribuente fa sottointendere l’esercizio della citata opzione. In caso di omesso versamento dell’IVA nel prescritto termine, è possibile regolarizzare la violazione con il ravvedimento.
Regolarizzazione omesso invio fattura a SdI
Un architetto nel mese di luglio 2021 ha emesso 5 fatture di cui una non risulta transitata a SdI. La fattura è stata comunque conteggiata nella liquidazione IVA del mese di luglio in scadenza al 20.8. L’invio tardivo della fattura a SdI (sono trascorsi più di 12 giorni dalla data del documento), da parte del professionista avendo liquidato comunque l’IVA correttamente, è soggetto a sanzioni?
La risposta è positiva. Come disposto dall’art. 1, comma 6, D.Lgs. n. 127/2015, la mancata / tardiva emissione della fattura elettronica comporta l’applicazione della sanzione di cui art. 6, D.Lgs. n. 471/97, ossia dal 90% al 180% dell’imposta relativa all’importo non correttamente documentato/ registrato. La sanzione non può essere inferiore a € 500.
La predetta sanzione non trova applicazione nel caso in cui, nonostante l’omessa / tardiva emissione della fattura elettronica, la violazione non ha inciso sulla liquidazione dell’IVA.
Al ricorrere di tale situazione, infatti, il comma 1 citato art. 6 prevede l’applicazione della sanzione in misura fissa da € 250 a € 2.000. Di conseguenza, considerato che l’IVA della fattura in oggetto è confluita nella liquidazione IVA “di competenza” (luglio), è applicabile la sanzione fissa da € 250 a € 2.000.
Ipotizzando che l’invio a SdI della fattura sia effettuato nel mese di agosto (oltre gli ordinari 12 giorni), la sanzione dovuta risulta ridotta a € 27,78 (250 x 1/9) trovando applicazione la lett. a-bis) del comma 1 dell’art. 13, D.Lgs. n. 472/97 (sono decorsi meno di 90 giorni dal termine ultimo per
l’emissione della fattura).
Beni strumentali nuovi acquistati nel 2019 e interconnessi nel 2020
Un’impresa ha acquistato nel 2019 un bene strumentale nuovo avente le caratteristiche per fruire maggiorazione relativa all’iper ammortamento. Il bene è stato interconnesso al sistema informativo aziendale nel 2020. Considerato che il bene risulta interconnesso nel 2020, l’impresa può fruire del
credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali?
La risposta è negativa. Infatti, il bene non può fruire del credito d’imposta sugli investimenti di cui alla Legge n. 160/2019 (Finanziaria 2020) in quanto l’investimento è stato effettuato prima dell’1.1.2020. Con riferimento alla maggiorazione dell’iper ammortamento i beni, oltre alle altre caratteristiche, devono rispettare il requisito dell’interconnessione al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. In particolare, secondo quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 30.3.2017, n. 4/E, per i beni di cui alla Tabella A, Legge n. 232/2016 (Finanziaria 2017) vanno tenuti in considerazione tre momenti temporali: il periodo di effettuazione dell’investimento che rileva ai fini della spettanza della maggiorazione, il periodo di entrata in funzione del bene che rileva ai fini della decorrenza della fruizione del maxi ammortamento o, se si verifica nel medesimo periodo l’interconnessione, dell’iper ammortamento e infine l’interconnessione che risulta essenziale per la spettanza dell’iper ammortamento.
Nel caso in cui l’interconnessione si verifichi in un periodo successivo il bene, nelle more dell’interconnessione, può fruire temporaneamente del maxi ammortamento. Di conseguenza, nel caso prospettato si ritiene che il bene entrato in funzione nel 2019 ha potuto beneficiare per tale anno del maxi ammortamento e dal 2020, a seguito dell’interconnessione, dell’iper ammortamento, a nulla rilevando che in tale anno la disciplina non sia più in vigore.
Rimborso contributi previdenziali e quadro LM mod. REDDITI 2021
Un ingegnere in regime forfetario ha dedotto nel quadro LM del modello REDDITI 2020 i contributi previdenziali pagati nel 2019 a Inarcassa. Tali contributi sono risultati non dovuti e Inarcassa nel 2020 ha provveduto alla restituzione.
Tale “rimborso” va assoggettato a tassazione separata e quindi indicato nel quadro RM del modello REDDITI 2021?
Come disposto dall’art. 17, commi 2, lett. n-bis) e 3, TUIR, in caso di rimborso di oneri o imposte dedotti / detratti in anni precedenti, le somme ricevute vanno assoggettate a tassazione separata, con possibilità di optare per la tassazione ordinaria (a tal fine l’ammontare dell’onere non più effettivamente sostenuto va indicato nel quadro RM del modello REDDITI PF alla Sezione III “Imposte e oneri rimborsati”).
La questione della “ripresa a tassazione” dell’onere dedotto nella dichiarazione dei redditi è stata affrontata dall’Agenzia delle Entrate nella Risposta 9.10.2019, n. 400 relativamente ad un contribuente forfetario che ha utilizzato nel mod. F24 il credito derivante dal maggior versamento dei contributi previdenziali INPS (dedotti) rispetto a quanto dovuto.
Secondo l’Agenzia, in vigenza del regime forfetario (sia nell’anno in cui l’onere è stato dedotto che in quello in cui deve essere assoggettato a tassazione), la “ripresa a tassazione” dell’onere precedentemente dedotto deve avvenire con applicazione della tassazione prevista per tale regime, nel caso di specie, quindi, nel quadro LM.
Sul punto la stessa Agenzia specifica che “ai soli fini della determinazione del reddito da assoggettare a imposta sostitutiva secondo il ... regime forfetario, il contributo previdenziale dedotto nel periodo d’imposta precedente deve essere rettificato e recuperato a tassazione nel periodo d’imposta successivo, indicandolo al rigo LM35 del quadro LM”.
Cessione del credito “Bonus Facciate” senza visto di conformità
Posso cedere il mio credito inerente al c.d. “Bonus Facciate” ad una banca senza, necessariamente, richiedere l’intervento di un commercialista (soggetto abilitato al rilascio del visto di conformità)?