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Pubblicata il: 27-09-2022
Donazione d’azienda e applicazione regime forfetario start-up dal donatario
Un soggetto in contabilità semplificata nel mese di settembre 2022 ha donato l’azienda alla nuora. Quest’ultima intende applicare il regime forfetario. Può beneficiare del regime start-up e applicare l’aliquota del 5%?
La Finanziaria 2015, al fine di favorire l’avvio di nuove attività, per il periodo d’imposta in cui l’attività è iniziata e per i 4 successivi, l’aliquota dell’imposta sostitutiva del regime forfetario è stabilita nella misura del 5%, a condizione che:
a) il contribuente non abbia esercitato, nei 3 anni precedenti l’inizio dell’attività, attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;
b) l’attività da esercitare non costituisca, in nessun modo, mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente / autonomo, escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
c) qualora venga proseguita un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi / compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio, non sia superiore al limite di € 65.000.
Con riferimento alla condizione di cui alla lett. c), l’Agenzia delle Entrate nella Circolare 4.4.2016, n. 10/E ha evidenziato che, al fine dell’applicazione dell’ulteriore riduzione della tassazione, va verificata la sussistenza dei requisiti previsti per l’accesso al regime forfetario, da effettuare in relazione al periodo d’imposta precedente a quello di inizio dell’attività con riferimento ai ricavi /compensi del dante causa. Qualora il trasferimento dell’attività avvenga in corso d’anno, i ricavi riferibili al dante causa e quelli riferibili all’avente causa, relativi all’anno di cessione dell’attività, devono essere considerati cumulativamente per la verifica del superamento del predetto limite.
Ove detto evento si realizzasse, il contribuente sarà obbligato ad uscire dal regime di favore a decorrere dall’anno successivo.
Omessa comunicazione ENEA e remissione in bonis
Nel mese di maggio 2021 un soggetto privato ha provveduto alla sostituzione della caldaia del proprio appartamento, con installazione di una nuova caldaia a biomassa. Poiché non è stata effettuata la comunicazione all’ENEA entro il termine di 90 giorni, è comunque possibile usufruire della detrazione per le spese relative agli interventi di risparmio energetico? È possibile regolarizzare l’omissione?
In caso di sostenimento di spese per effettuazione di interventi di recupero del patrimonio edilizio / riqualificazione energetica e per il c.d. “bonus arredo”, è richiesto l’invio all’ENEA di una specifica comunicazione entro 90 giorni dalla fine dei lavori. In particolare:
– l’invio dei dati relativi agli interventi di riqualificazione energetica (compresi quelli effettuati nell’ambito del c.d. “bonus facciate”) è presupposto indispensabile per fruire della detrazione di cui alla Legge n. 296/2006, all’art. 14, DL n. 63/2013 e all’art. 1, comma 219, Legge n. 160/2019
(Finanziaria 2020);
– l’invio dei dati relativi agli interventi di recupero edilizio di cui all’art. 16-bis, comma 1, lett. h), TUIR nonché nell’ambito del c.d. “bonus arredo”, ancorché obbligatorio, in caso di omissione, non fa venir meno il diritto a fruire della relativa detrazione.
L’omesso invio può essere regolarizzato tramite la c.d. “remissione in bonis” ex art. 2, comma 1, DL n. 16/2012. A tal fine è necessario:
– presentare la comunicazione entro il termine della prima dichiarazione dei redditi “utile”, da intendersi, come precisato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 9.5.2013, n. 13/E, come la prima dichiarazione dei redditi il cui termine di presentazione scade successivamente al termine previsto per l’invio della documentazione. Nel caso di specie, posto che l’adempimento doveva essere effettuato nel mese di agosto 2021, la regolarizzazione dello stesso avrebbe dovuto essere effettuata entro il 30.11.2021 (termine di presentazione della prima dichiarazione dei redditi “utile”, ossia del mod. REDDITI 2021);
– versare con il mod. F24 (codice tributo “8114”), senza possibilità di compensazione, la sanzione fissa di € 250.
Finanziamento soci infruttifero e ritenuta d’acconto 26%
Una srl nel 2021 ha corrisposto ai soci (3 persone fisiche e 1 srl) gli interessi derivanti dal finanziamento concesso da questi ultimi alla società. All’atto del pagamento la società ha operato la ritenuta del 26%. La ritenuta è stata effettuata soltanto con riferimento ai soci persone fisiche. È corretto tale comportamento?
Ai sensi dell’art. 44, comma 1, lett. a), TUIR gli interessi relativi a finanziamenti fruttiferi effettuati dai soci costituiscono redditi di capitale. In base all’art. 25, comma 5, DPR n. 600/73 la società deve operare la ritenuta alla fonte a titolo d’acconto nella misura del 26%.
Stante la qualifica di reddito di capitale la ritenuta del 26% va operata soltanto nei confronti di soci persone fisiche. Con riferimento agli interessi corrisposti a soci che hanno effettuato il finanziamento nell’esercizio dell’attività d’impresa la ritenuta non trova applicazione (tale comportamento è confermato anche dalla Corte di Cassazione nella sentenza 9.8.2017, n. 19793).
Cessione immobile e trasferimento detrazioni fiscali
Nel 2019 una persona fisica ha ristrutturato la propria abitazione usufruendo della detrazione del 50%, del “Bonus arredo” e del “Bonus verde”. Ora, avendo intenzione di cedere l’immobile entro fine 2022, le predette detrazioni sono tutte trasferite all’acquirente?
In caso di cessione dell’immobile sul quale sono stati effettuati interventi edilizi per i quali il contribuente ha beneficiato della detrazione IRPEF per recupero del patrimonio edilizio del 50%, la detrazione non utilizzata in tutto o in parte è trasferita per i rimanenti periodi d’imposta, salvo diverso accordo tra delle parti, all’acquirente persona fisica dell’unità immobiliare. Con riferimento alle detrazioni del caso di specie, nella Circolare 25.7.2022, n. 28/E l’Agenzia delle Entrate evidenzia quanto segue:
– in mancanza del predetto accordo nell’atto di trasferimento dell’immobile, la conservazione in capo al venditore delle detrazioni non utilizzate può desumersi anche da una scrittura privata, autenticata dal notaio / altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato, sottoscritta da entrambe le parti contraenti, nella quale si dia atto che l’accordo in tal senso esisteva sin dalla data del rogito;
– a differenza di quanto avviene per le spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, la detrazione c.d. “Bonus arredo” non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce né in caso di decesso del contribuente né in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento di recupero edilizio. Ciò anche nel caso in cui, con la cessione dell’immobile, vengano trasferite all’acquirente le restanti rate della detrazione delle spese di recupero del patrimonio edilizio. Il contribuente può, tuttavia, continuare a fruire delle quote di detrazione non utilizzate anche se l’abitazione oggetto di ristrutturazione edilizia è ceduta prima che sia trascorso l’intero periodo per usufruire del beneficio;
– in caso di cessione dell’unità immobiliare sulla quale sono stati realizzati gli interventi, la detrazione c.d. “Bonus verde” non utilizzata in tutto o in parte è trasferita per i rimanenti periodi d’imposta, salvo diverso accordo delle parti, all’acquirente persona fisica dell’unità immobiliare.
Detrazione spese intermediazione immobiliare acquisto abitazione principale
Nel mese di novembre 2021 una persona fisica ha pagato ad una agenzia immobiliare € 3.500 a titolo di provvigione per l’acquisto di un appartamento.
Il rogito dell’acquisto dell’appartamento è stato effettuato a gennaio 2022. Per la spesa pagata all’agenzia spetta al contribuente la detrazione del 19%? In caso di risposta positiva, la detrazione va inserita del mod. REDDITI 2022 o 2023?
Come disposto dall’art. 15, comma 1, lett. b-bis), TUIR spetta la detrazione IRPEF del 19% per i compensi pagati a soggetti di intermediazione immobiliare in dipendenza dell’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale per un importo non superiore a € 1.000 per ciascuna annualità.
Sul punto l’Agenzia delle Entrate nella Circolare 25.6.2021, n. 7/E e nella recente Circolare 7.7.2022, n. 24/E, ha specificato che la detrazione spetta a condizione che nell’atto di cessione dell’immobile sia riportata la commissione pagata, la modalità di pagamento ed i riferimenti dell’intermediario immobiliare.
La detrazione si applica su un importo non superiore a € 1.000 e si esaurisce in un unico periodo d’imposta. La stessa spetta per intero in presenza di un reddito complessivo fino a € 120.000; in caso di superamento decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a € 240.000.
Nella citata Circolare n. 24/E l’Agenzia evidenzia che “la detrazione è riconosciuta anche nel caso in cui le spese per intermediazione immobiliare siano sostenute nell’anno precedente la stipula del preliminare (ad esempio, al momento dell’accettazione della proposta di acquisto), a condizione che alla data di presentazione della dichiarazione in cui la detrazione è fatta valere risulti stipulato e registrato il preliminare di vendita o il rogito.”