Il tema della decarbonizzazione è uno dei più contemporanei nel settore delle Costruzioni, nell’ambito del Pacchetto “Clima-Energia” del 2014 è stato definito l’obiettivo del 27% di consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030, con la riduzione del 30% delle emissioni di alcuni settori industriali, tra cui quello edilizio.
La DECARBONIZZAZIONE consiste tecnicamente nel processo di riduzione del rapporto tra carbonio e idrogeno di una fonte energetica.
Il Settore delle COSTRUZIONI ha diminuito del 40% negli ultimi vent’anni le proprie emissioni di CO2, così come indicato nel Rapporto 2020 dell’ISPRA sugli indicatori di efficienza e decarbonizzazione dei principali Paesi europei.
Per questo sono nati strumenti utili come il CRREM (Carbon Risk Real Estate Monitor), ideato dall’Unione Europea per accelerare la decarbonizzazione del settore real estate e per aumentare la sua resilienza – sia dal punto di vista energetico, sia dal punto di vista del valore commerciale – in un mondo dominato dal riscaldamento globale.
Con un patrimonio edilizio vetusto come in Italia (e non solo in Italia), il rischio è che gli edifici esistenti, poco efficienti dal punto di vista energetico (e quindi energivori), abbiano bisogno di cospicui interventi di riqualificazione per migliorare le proprie prestazioni. Questa situazione, nel panorama attuale e dei prossimi anni, in cui il riscaldamento globale avanzerà e richiederà al mercato delle soluzioni di edilizia in linea con le iniziative per arginare il fenomeno, porterà inevitabilmente a un impoverimento del valore di mercato degli edifici che non sono in grado di stare su questa stessa linea.
Sono quindi state introdotte 3 strategie guida:
- Ottenere un’efficienza energetica a basse emissioni: ridurre la quantità di energia di cui un edificio ha bisogno per riscaldamento, condizionamento estivo, produzione di acqua calda sanitaria, aerazione, illuminazione, elettricità, e così via. Implica il fatto di promuovere la produzione e l’uso di energia “pulita” all’interno degli edifici.
- Valutare il ciclo di vita degli edifici e gestire in modo sostenibile i materiali da costruzione: ridurre le emissioni di carbonio che sono implicate dal progetto edilizio limitando il ciclo di vita dei gas serra che sono generati nella produzione e nel trasporto dei materiali edili, nella costruzione dell’edificio, e nella sua demolizione eventuale a fine ciclo di vita. Sono da preferire progetti di riqualificazione a quelli di demolizione/ricostruzione.
- Promuovere una mobilità a basse emissioni: proporre sviluppi urbani in grado di incentivare e promuovere spostamenti a piedi, in bicicletta, con il trasporto pubblico, con i vari servizi di mezzi in sharing o con mezzi elettrici e a basse emissioni.
Il discorso si sposta quindi, in quest’ultima e più complessa sfida, dal singolo edificio al complesso edilizio, al quartiere, e poi all’intera città.
Tutta l’energia che viene prodotta dagli impianti fotovoltaici facenti parte delle configurazioni delle Comunità Energetiche Rinnovabili – CER e Autoconsumo Collettivo – AUC, decurtata la parte che viene autoconsumata sul posto, deve essere immessa nella rete pubblica ancora prima di essere condivisa.
L’energia immessa nella rete pubblica può essere ceduta tramite il Ritiro Dedicato del GSE oppure venduta sul mercato.
Nella vendita sul mercato il produttore di energia può accordarsi con un acquirente per cedergli ad un prezzo stabilito l’energia prodotta e immessa in rete.
Il Ritiro Dedicato è una modalità semplificata che consiste nella cessione al GSE dell’energia elettrica immessa in rete dagli impianti, su richiesta del produttore e in alternativa al libero mercato, secondo principi di semplicità procedurale e applicando condizioni economiche di mercato. Il GSE corrisponde al produttore un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete. Si tratta quindi una forma di incentivazione che si basa sulla quantità di energia immessa moltiplicata per un prezzo stabilito dal GSE. I ricavi derivanti ai produttori dalla vendita al GSE dell’energia elettrica si sommano quindi a quelli conseguiti dagli eventuali meccanismi di incentivazione. Si sottolinea che, per quanto riguarda gli impianti realizzati mediante l’utilizzo del Superbonus 110% e del Bonus Ristrutturazioni (a determinate condizioni), le detrazioni sono subordinate alla cessione in favore del GSE dell’energia elettrica immessa in rete e non autoconsumata in sito ovvero non condivisa per l’autoconsumo.
Riferimento alla risoluzione del 2 aprile 2013 n. 22 dell’Agenzie delle Entrate:
“[…] è utile ricordare che l’installazione di un impianto fotovoltaico diretto alla produzione di energia elettrica, per poter beneficiare della detrazione in esame – volta a favorire il recupero del patrimonio edilizio abitativo in relazione a unità immobiliari residenziali – deve avvenire essenzialmente per far fronte ai bisogni energetici dell’abitazione (cioè per usi domestici, di illuminazione, alimentazione di apparecchi elettrici ecc.) e quindi l’impianto deve essere posto direttamente al servizio dell’abitazione dell’utente“.
E infine: “La possibilità di fruire della detrazione in esame è comunque esclusa quando la cessione dell’energia prodotta in eccesso configuri esercizio di attività commerciale, come nel caso, ad esempio, in cui l’impianto: abbia potenza superiore a 20 kW ovvero pur avendo potenza non superiore a 20 kW, non sia posto a servizio dell’abitazione (cfr. ris. n. 84/E del 2012, ris. n. 13/E del 2009, cir. n. 46/E del 2007)”.
Ormai la maggior parte degli impianti di riscaldamento è dotata di valvole termostatiche, un dispositivo di termoregolazione che consente di gestire liberamente le condizioni di esercizio dei singoli termosifoni. Un corretto utilizzo delle valvole assume un ruolo determinante nella manutenzione dell’intero impianto.
Una valvola termostatica è quindi un termostato, che agisce singolarmente su un termosifone o un calorifero e che viene azionata per mezzo di una manopola graduata; sulla manopola sono riportate le cifre da 1 a 5, dove il valore intermedio (3) corrisponde a circa 20° e tra una cifra e l’altra ci sono più o meno 5° di differenza. La maggior parte delle valvole hanno un semplice funzionamento di tipo meccanico, basato sulla differenza di temperatura che intercorre tra la temperatura impostata e quella rilevata.
Anche le valvole termostatiche digitali funzionano in maniera analoga.
Durante la stagione estiva, sono necessari pochi accorgimenti per una corretta manutenzione di un impianto di riscaldamento con valvole termostatiche, dal momento che gli elementi radianti sono destinati a restare inutilizzati per diversi mesi.
L’aspetto più importante riguarda la posizione delle valvole termostatiche: durante lunghi periodi di mancato utilizzo, le valvole termostatiche a impianto spento dovrebbero essere posizionate e lasciate sul valore più alto, che coincide con il massimo grado di apertura. Ciò non determina alcun tipo di costo derivante dal dispendio energetico, dal momento che la caldaia è spenta ma consente di evitare l’accumulo di sedimenti e calcare che, con il passare del tempo, potrebbero ostruire le tubazioni e minare il corretto funzionamento del singolo radiatore come dell’intero impianto.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha messo a disposizione oltre 270 milioni di euro per la realizzazione di 6.500 infrastrutture di ricarica, attraverso due avvisi pubblici per la presentazione di progetti finalizzati alla realizzazione di colonnine di ricarica elettrica sulle superstrade e nei centri urbani.
Il progetto previsto nel PNRR “Installazione di infrastrutture di ricarica” (Missione 2 - Componente 2), ha come obiettivo la massima diffusione sul territorio nazionale delle infrastrutture di ricarica con la realizzazione di oltre 21mila colonnine di ricarica entro il 2026, come specificato in due decreti:
L’importo complessivo stanziato per la Misura è di 750 milioni di euro.
Gli avvisi appena pubblicati, rivolti a imprese di qualsiasi dimensione e operanti in tutti i settori, distribuiscono 277 milioni di euro, così ripartiti:
I progetti devono essere presentati entro il 9 giugno 2023 tramite la piattaforma predisposta dal Gestore Servizi Energetici e accessibile dalla stessa homepage del GSE.
A cura di Federica Colombini