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CATEGORIE E TERRITORIO

EDIFICARE FUTURO

`Formarsi per non Fermarsi`

Per un Artigiano che vuole “crescere” professionalmente è fondamentale dedicare spazio alla formazione, ma per un Artigiano Impiantista tale esigenza si trasforma spesso in “obbligo” e questo aspetto rischia di rendere “meno attraente” la formazione.

Quando la formazione diventa “obbligatoria” le proposte formative arrivano a “pioggia” frastornando l’artigiano con messaggi che in qualche caso assumono la forma della “minaccia”… spesso senza indicazioni chiare che aiutino nel comprendere bene cosa serve e se serve per lo specifico lavoro che svolge.

La formazione obbligatoria è una medaglia a due facce, l’artigiano vede la parte più svantaggiosa, la “croce” (i costi), mentre chi vende formazione vede nella “testa” i vantaggi (i ricavi).

Come le due facce della moneta hanno “lo stesso valore” ma, le immagini rappresentate suscitano emozioni diverse, così i “costi” della formazione vengono considerati in maniera opposta da chi subisce e da chi offre.

Questo è uno dei motivi per cui Confartigianato è impegnata sul fronte della formazione: a difesa dei diritti e a supporto dei doveri degli associati.

Il settore della formazione ha tre fronti, ci sono: obblighi formativi, proposte formative, esigenze formative.

Gli obblighi formativi hanno motivazioni che non sempre sono giustificate e spesso non vengono adeguatamente “motivate” se non con generiche affermazioni del tipo: “per tutelare il cittadino”.

Un esempio è il caso del provvedimento in corso di definizione definito “Decreto controlli” poiché si propone di definire i “Criteri per il controllo e la manutenzione degli impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio, ai sensi dell’articolo 46, comma 3, lettera a), punto 3 del D.Lgs. 81/2008”, questo decreto prevede di stabilire i criteri per la “Qualificazione dei tecnici manutentori”.

Confartigianato ha già avuto modo di segnalare. punti di criticità (penalizzanti per le imprese artigiane in possesso dei requisiti ai sensi del DM 37/08 che le abilita alla “installazione, trasformazione, ampliamento e manutenzione” degli impianti di protezione antincendio) in sede di Commissione Tecnica presso il CNPI (Comitato Nazionale Prevenzioni Incendi) evidenziando i contenuti con profili di illegittimità.

Pochi giorni fa Confartigianato è ritornata alla carica con una lettera, ai funzionari dei Ministeri preposti, dove viene ribadita la richiesta di considerare attentamente le disposizioni segnalate come critiche, inoltre chiede perentoriamente che in mancanza di modifiche “il processo normativo sia sospeso e la proposta di decreto ritirata per apportare i necessari correttivi.

Alla lettera è stato allegato un “Parere pro veritate” commissionato a un legale per motivare più compiutamente e con puntuali riferimenti giuridici le criticità segnalate da Confartigianato.

Una presa di posizione chiara che Confartigianato assume a difesa degli interessi degli artigiani che si vedrebbero “appesantire” di incombenze burocratiche prive di una “motivata” valenza tecnica.

Sono soggette a scrupolosa attenzione anche altre questioni sempre relative all’eccesso di disposizioni che si “accavallano” alle disposizioni già operanti nel settore degli impianti che siano <>(cfr. D.M. 37/08, art.1, comma 1).

In una lettera inviata al Ministero dello Sviluppo Economico sono state segnalate le seguenti criticità:

  • perdurante equivoco interpretativo delle regole sulla formazione FER. Anche i criteri per l’aggiornamento sono interpretati in modo disomogeneo nelle varie regioni determinando gravi discriminazioni fra gli artigiani.

 

  • preoccupazione per la interpretazione delle disposizioni presenti nel recente D. Lgs. 48/2020, che nelle definizioni individua i “sistemi tecnici per l’edilizia” all’interno dei quali sono ricompresi gli impianti termici, elettrici ed elettronici, anche alimentati da energie rinnovabili (art. 3, comma 1 lett. b). Considerando che prevede che entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto stesso il MiSE emani un provvedimento nel quale vengano stabiliti i requisiti tecnico-professionali che devono avere gli operatori che provvedono all’installazione degli elementi edilizi e dei sistemi tecnici per l’edilizia (art. 7, comma 1-ter) non si vorrebbe che tali requisiti vengano applicati anche al settore degli impiantisti, essendo un ambito già regolato, l’eventuale percorso formativo si dovrebbe intendere solo per le altre figure della filiera delle costruzioni per le quali non vi sono espliciti percorsi abilitativi.

 

È indubbio che sia necessaria una sorta di regolamentazione sulla formazione di determinati settori, ma è altrettanto indubbio che sia possibile trovare soluzioni che consentano di “contenere” il peso burocratico della formazione senza penalizzarne la “qualità”.

Ben diverso è l’approccio che gli Artigiani e Confartigianato che li rappresenta, hanno nei confronti delle “proposte formative” che soddisfino le “Esigenze formative”, esigenze che non sono “soggette” agli obblighi burocratici ma sono legate alla necessità delle imprese di offrire alla propria clientela servizi sempre aggiornati e professionalmente eccellenti.

Su tale fronte Confartigianato è pronta, parafrasando il sottotitolo si potrebbe dire che “Confartigianato non si Ferma per consentire che gli artigiani si formino”, ma, a ragion veduta e non a sproposito!

 


A cura di Caudio Pavan, Presidente settore Impianti di Confartigianato Imprese Como e Presidente nazionale Settore Impianti


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