Essere competitivi e aumentare la performance. L’importanza della formazione.
Quali sono i migliori strumenti per aumentare la produttività del management aziendale? Lo scopriamo insieme a Serghei Lazzaretti, founder di HC Capaci di Futuro e formatore senior.
1 - Il mondo, nell’ultimo anno, è profondamente cambiato. La rivoluzione digitale sembra aver accelerato e mutato irrevocabilmente le regole del business e le relazioni tra individui. Quali sono oggi i migliori strumenti per aumentare produttività e performance aziendali?
La rivoluzione digitale, come quelle agricole e industriali prima di lei, ha prodotto cambiamenti strutturali: interazioni fra le persone, quantità di informazioni, spazi e tempi del lavoro e della vita personale. E così come l’industria aveva centralizzato la concentrazione di esseri umani in uno stesso luogo produttivo, oggi la digitalizzazione, e il COVID, de-centrano e atomizzano la vita e il lavoro. I vecchi modelli organizzativi non sono abbastanza flessibili per il cambiamento che stiamo vivendo e il ruolo delle persone è più centrale che mai in questa trasformazione del business.
Serve recuperare la dimensione collettiva dell’impresa, che nella cultura industriale era data dallo spazio condiviso, e oggi risiede nel senso di appartenenza e nell’idea del “noi” che nasce nella testa e nella “pancia” delle persone, per focalizzarsi sui 4 punti imprescindibili per qualunque impresa oggi: 1) ascolto del mercato; 2) passione per il cliente; 3) innovazione capillare; 4) agilità a tutti i livelli dell’organizzazione.
Gli strumenti da presidiare sono fondamentalmente due: le riunioni, vale a dire una gestione diversa degli “stress” inevitabili che vivono le persone quando lavorano, e i processi, ossia un modo diverso di lavorare insieme.
2 - Esistono degli indicatori e dei modelli per la valutazione della performance aziendale? Quali sono i requisiti che devono avere gli indicatori di performance aziendali, per essere efficaci?
Esiste una vasta letteratura sui Kpi che si è ampliata esponenzialmente anche per la forma organizzativa “command & control” che ha caratterizzato fino ad oggi i modelli organizzativi vincenti. Oggi la trasformazione verso modelli autorganizzati costringerà a rivedere le logiche di valutazione delle performance: le metriche quantitative rimarranno anche in futuro un presidio importante, allo stesso tempo un sistema autorganizzato non necessita di controllare qualsiasi cosa ma solo quello che è strettamente utile all’impresa per prendere decisioni a qualsiasi livello.
3 - Quanto è importante la condivisione delle valutazioni della performance e perché?
La valutazione delle performance è fondamentale, è quello che potremmo chiamare un obiettivo strategico. Va però cambiato radicalmente il modo in cui si fa: non deve essere solo una verifica sporadica, magari annuale, dei risultati attesi con conseguente rinforzo positivo o negativo. Deve diventare una prassi collettiva e sistematica della vita organizzativa che, partendo dalla metrica della performance, permetta una elaborazione delle resistenze emotive e cognitive e una transizione verso un nuovo impegno o verso nuovi comportamenti e processi volti al raggiungimento dell’obiettivo.
4 - Sostenere il concetto di “persona al centro” significa intendere lo sviluppo del personale come determinante per il successo della propria impresa. Quanto è importante, per il datore di lavoro e per il Responsabile delle Risorse Umane, mantenere il focus e l’attenzione sulla persona, sui talenti, sulla loro fidelizzazione, su percorsi personali di crescita e sull’acquisizione di nuove competenze, in un quadro di formazione continua?
Le competenze sono il fulcro di tutto, il problema è come farle diventare comportamenti, come renderle concrete, reali e di valore. Operazione possibile solo se mettere la “persona al centro” diventa innanzitutto una responsabilizzazione della persona stessa, un contesto che ne premi la proattività e che la protegga dai propri limiti. Una trasformazione che può accadere solo distinguendo tra persona e comportamenti, attraverso la gestione e il “processamento organizzativo” della sua dimensione emotiva e il riconoscimento collettivo del suo valore e del suo sentire, senza perdere di vista qual è l’obiettivo concreto e cosa occorre fare per raggiungerlo nel modo più efficiente possibile. La formazione (di gruppo e individuale) è lo strumento ideale per fare tutto questo.
5 - Il coaching è un buono strumento per l’aumento delle performance individuali? Quando il coaching non funziona?
Il coaching è un ottimo strumento per lavorare sulle performance individuali. È meno efficace quando non vengono individuate e allenate strategie comportamentali funzionali, e quando la percezione del soggetto è di essere catalogato come “il problema” della macchina organizzativa.
6 - Ogni strategia aziendale dovrebbe contemplare la necessità di allineare l’organizzazione a vision/mission per migliorare il clima aziendale e identificare i bisogni di intervento formativo. In questo senso misurare il potenziale delle figure chiave aziendali, è il primo passo da compiere, il successivo è formare. Ma come farlo oggi e su quali percorsi investire?
Oggi l’imprenditore e le figure chiave delle PMI si sentono molto sotto pressione, un po’ soli, un po’ generali e un po’ soldati. Devono avere il coraggio di guardare con maggiore lucidità alla propria organizzazione e rendersi conto che è una metafora di loro stessi.
È il momento più adatto per mettersi in discussione, perché è nei momenti difficili che è più proficuo investire, nel caso facendosi aiutare da un esterno.
L’obiettivo è focalizzare il valore della propria impresa, che può essere cambiato nel corso degli anni rispetto ad un mercato in cambiamento, per ricostruirla da un punto di vista organizzativo (hardware) e culturale-comportamentale (software).
Un percorso di questo tipo dovrebbe prevedere dei Gruppi di Lavoro sui processi, dei percorsi di riqualificazione (formazione tecnica, manageriale e “organizzativa”) e di outplacement/selezione-inserimento delle risorse necessarie.
Un cambiamento che molte aziende hanno già intrapreso, che può spaventare anche per i costi, ma che oggi è indispensabile per poter avere successo nel medio periodo e che può essere facilitato attingendo risorse dai fondi interprofessionali ed europei.
7 - Chi è Serghei Lazzaretti, cosa fa HC e come nasce la collaborazione con Confartigianato Como.
Come dico sempre sono nato in una nazione che non esiste più e in una città che ha cambiato nome: mi occupo di cambiamenti sin da piccolo. Formatore e coach per importanti aziende italiane. HC oggi fa parte del gruppo Openjobmetis, ed è dedicata a supportare soprattutto le PMI, ad ottimizzare le risorse umane attraverso un aiuto a rivisitare i processi organizzativi, formare le persone e/o ricollocarle sul mercato del lavoro per aumentare gli utili, riducendo i costi e/o aumentando i profitti. La collaborazione con Confartigianato Como nasce l’anno scorso per una visione ed un sentire comune sulla necessità di aiutare le imprese a cambiare per continuare ad essere il cuore pulsante della nostra collettività.
A cura di Ylenia Galluzzo
Oggi, quando un’azienda decide di investire nella formazione, deve preoccuparsi di farlo nel migliore dei modi, affidandosi a veri professionisti che possano offrire alle persone docenti preparati e competenti con un programma studiato ad hoc per l’azienda e per le sue persone.
Vuoi formare i tuoi collaboratori per potenziare rendere competitiva la tua impresa e aumentare le loro performance lavorative? Scrivi a formalab@confartigianatocomo.it o chiamaci al numero 031 316 391.
A cura di