Il Decreto Sostegni varato dal Governo, nei giorni scorsi, ha raccolto solo in parte le sollecitazioni di Confartigianato, soprattutto nell’applicazione del metodo con il quale è stato superato finalmente il criterio dei codici Ateco, ma l’esiguità delle risorse destinate alle imprese non sono sufficienti a indennizzare in maniera adeguata le ingenti perdite subite a causa della crisi. “Apprezziamo il metodo applicato dal Governo con il superamento del criterio dei codici Ateco, l’attenzione alle piccole imprese con la rimodulazione dell’intensità dei contributi, la rapidità dell’erogazione. Tuttavia va incrementata la quantità di risorse da destinare agli imprenditori, in particolare per i settori più colpiti, dalla moda al legno-arredo fino alla filiera del turismo”, è il commento espresso dal Presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, sul DL SOSTEGNI varato dal Governo.
Roberto Galli, Presidente di Confartigianato Como commenta il varo del decreto approvato dal Governo Draghi, non nascondendo l’insoddisfazione per le limitate risorse in adozione al provvedimento. Le risorse stanziate nel Dl Sostegni, anche a fronte delle nuove misure restrittive anti Covid non sono sufficienti, infatti, a indennizzare in maniera adeguata le imprese a fronte delle perdite subite a causa della crisi.
Moltissimi i settori colpiti duramente da questo 2020– continua Galli – e non è pensabile poter compensare le perdite che si sono man mano accumulate in questo periodo così critico. Ci saremmo aspettati una valutazione diversa, che potesse incontrare le esigenze di tutte quelle aziende che hanno accusato un calo consistente del fatturato, senza porre limiti precisi al di sopra dei quali non si prende un centesimo. Il limite del 30% infatti, esclude di fatto chi ha subito le stesse condizioni penalizzanti ma magari con il 28% di fatturato in meno.
Il Presidente Galli pone poi l’accento su un altro aspetto del DL Sostegni: l’imminente scadenza delle moratoria dei debiti bancari fissata per fine giugno quando, oltre un milione di imprese potrebbero trovarsi nell’impossibilità di poter riprendere i pagamenti delle rate dei mutui e dei finanziamenti sospesi, che rappresentano 198 miliardi di euro.
Sono ancora troppe le imprese impegnate a raccogliere i cocci di questo anno così difficile dal punto di vista economico e le regole di vigilanza approvate dall’Eba, in tempi pre-covid, rischierebbero di travolgere migliaia di imprese non più in grado di far fronte agli impegni con le banche.
Anche gli stessi contributi a fondo perso rischierebbero di perdere la loro funzionalità di vero e proprio ristoro, vanificati dall’interruzione della moratoria, alla quale andrebbe aggiunto anche un periodo più lungo per i finanziamenti garantiti dallo Stato, visto e considerato che nessuno avrebbe previsto un prolungarsi della crisi pandemica così ampio.
E’ chiaro quindi - conclude Galli - che è necessario quanto prima che il Governo proponga un percorso di regolamentazione delle scadenze cercando di attutire al massimo gli effetti della scadenza della moratorio, e con il prossimo scostamento di bilancio, peraltro annunciato dal Presidente del Consiglio Draghi, si possano soddisfare le aspettative delle imprese per un concreto consolidamento economico.
A cura di Ylenia Galluzzo
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