Costruzioni e svolta digitale in prima linea per il rilancio economico del territorio.
A quasi due anni dall’inizio della pandemia, il nostro Paese ha chiuso il 3° trimestre del 2021 registrando una crescita del PIL del 2,6%, al di sopra della media del 2,2% dell’Eurozona. Si assiste così a un recupero dell’economia italiana più veloce di quello di altri Stati, la cui accelerazione è stata trainata da attività come la manifattura volta alle esportazioni, l’e-commerce, la filiera dei macchinari e la fabbricazione di prodotti per l’edilizia.
Proprio il settore delle costruzioni, caratterizzato dalla forte presenza della piccola e micro impresa, e che dal 2015 al 2020 ha segnalato un’accentuata crescita del livello di produttività rispetto al resto dell’Europa, si è dimostrato essere uno dei più attivi nel 2021. Il comparto ha dato prova della propria vitalità anche nel territorio comasco, dove il 99,8% delle imprese del settore ha meno di 50 addetti, beneficiando degli importanti incentivi di stimolo messi a disposizione dallo Stato per favorire la riqualificazione degli edifici e rilanciare il comparto.
Anche la dinamica della produzione si è rivelata al di sopra dei valori medi europei: nei primi 8 mesi del 2021 rispetto ai livelli prepandemici la manifattura italiana ha avuto performance migliori dei maggiori paesi europei, collocandosi prima nelle esportazioni dirette. Alla base di questi trend positivi vi è certamente la crescita degli investimenti: il 27% delle MPI e imprese artigiane della provincia ha usufruito o intende usufruire del credito di imposta per gli investimenti in macchinari, un driver importante per la l’innovazione tecnologica del tessuto imprenditoriale del Paese.
La transizione digitale si rivela in generale la chiave di volta della ripartenza. Nei primi 8 mesi del 2021 si sono registrate, nel Paese, il 59,7% in più delle vendite tramite e-commerce rispetto agli stessi mesi del 2019. La svolta verso la digital economy, che ha subito un’inevitabile accelerazione a causa della pandemia, è così sempre più imprescindibile per il futuro delle attività economiche. Le imprese del territorio si sono in questo mostrate attente a cogliere le opportunità offerte dalla transizione: rispetto al 2019, è cresciuta la quota di quelle che hanno effettuato un investimento in sistemi digitali, in realtà aumentata e in robotica avanzata.
I principali segnali del cambio di passo sono l’avvento di nuove modalità di produzione, vendita e distribuzione, così come l’aggiornamento delle competenze dei dipendenti per consentire l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei nuovi modelli di business: dal 2015 al 2020, la formazione digitale è stata attivata dal 23,6% delle PMI comasche, valore che le posiziona a metà della classifica provinciale, segnalando l’attenzione delle imprese per questo aspetto.
L’adozione di modelli innovativi di fare impresa ha favorito anche il rilancio delle esportazioni: sebbene nel nostro territorio la domanda estera di beni nei primi sei mesi del 2021 sia rimasta al di sotto dei valori dello stesso periodo del 2019, a causa soprattutto della persistente difficoltà del comparto tessile, se ricalcolati al netto dell’export del settore moda i trend delle esportazioni made in Como risultano assolutamente positivi. Si rileva infatti un +6,6% per il totale manifatturiero e un +9% per i settori dove è più forte la presenza della piccola e media impresa.
Maggiore digitalizzazione, minore impatto ambientale e nuovi modelli di sviluppo innovativi si rivelano quindi fondamentali per permettere il pieno recupero delle attività economiche. Trend che costruzioni e manifatturiero hanno dimostrato di saper intercettare, ponendosi come settori in testa alla ripresa e fornendo un esempio virtuoso di come rispondere alle esigenze poste dal cambiamento: solo dalla capacità generale delle piccole e medie imprese di adattarsi e interpretare al meglio le nuove sfide può infatti partire il rilancio del territorio, così come quello dell’intero Paese.
A cura di Filippo Gerbino