Massimo Gervasini ha iniziato a lavorare nel campo della pellicceria nel 1983, seguendo le orme della madre, Elsa Oldoini, fondatrice dell’omonima pellicceria nel 1948. Nel 2013 Massimo ha poi fondato una nuova azienda denominata EMMEFURS distribuendo sempre lo storico marchio Elsa Oldoini e specializzandosi nelle rimesse a modello di vecchie pellicce. Ben presto questo è diventato il suo business principale.
1. Massimo, nel 2014 nasce Slow fur: ci spiega che cos’è e come nasce questa idea?
L’idea nasce dall’esigenza di coniugare la mia esperienza di trasformare un vecchio capo, rendendolo moderno e giovanile con la sempre maggiore richiesta di far spazio nell’armadio eliminando ciò che non si indossava più perché diventato ormai fuori moda. Ho iniziato quindi ad acquistare pellicce usate (ma ancora belle) e a trasformarle non solo come modello ma anche come direzione del pelo, colore e talvolta anche rasandole. A quel punto dovevo trovare un nome e un marchio per questa idea e mi è venuto in mente Slow Fur, che ho registrato in camera di commercio.
2. Massimo, secondo lei cosa c’è dietro il successo di questa iniziativa di business?
Slow Fur piace perché asseconda la tendenza green di questi anni. Si parla molto di economia circolare, riutilizzo ed economia sostenibile. Il concetto che c’è dietro a Slow Fur è perfettamente in linea con il trend che sta permeando il mondo intero.
3. Quali sono i benefici del riuso nel suo settore e di indossare un capo rigenerato?
Il fatto di essere sostenibile (non avendo utilizzato materie prime nuove) è il beneficio maggiore sia per chi vende la pelliccia, perché può raggiungere una più ampia platea di clienti e sia per chi compra, che riutilizza un pellame già destinato a quell’uso: in questo modo si rispetta il principio etico del riutilizzo e del rispetto della natura. La pelliccia con questo marchio è bella come una nuova pelliccia, economica e sostenibile. Bella perché è stata rilavorata completamente su un modello attuale e più moderno, economica, perché costa molto meno di una pelliccia confezionata con pelli nuove, e sostenibile perché per la sua realizzazione non sono state utilizzate nuove materie prime, ma sono state riutilizzate pellicce già esistenti.
4. Cosa consiglia di fare alle imprese del suo settore per diventare più sostenibili?
Non sono abituato a dare consigli e non mi ritengo all’altezza per poterne dare. Ognuno deve cercare di crearsi le opportunità di sviluppo senza tradire le proprie idee.
A cura di Ylenia Galluzzo