Gli effetti negativi della pandemia hanno colpito prevalentemente i soggetti fragili e, quindi, gli anziani. Le difficoltà che si sono trovati ad affrontare in questo momento storico sono state molteplici, dal dover vivere con un virus che è stato un nemico soprattutto per loro, al dover stare chiusi in casa, al dover dipendere da altri, o al non poter vedere i propri cari nelle RSA. Anap, con la responsabilità che contraddistingue il suo impegno, sta già affrontando questi temi per lavorare a garantire, insieme alle altri parti sociali, una maggiore efficienza in futuro?
E’ stato un anno tremendo. Specialmente nei primi mesi della pandemia, abbiamo assistito a una vera e propria strage di persone fragili e anziane, che per prime hanno subito le conseguenze di questa pandemia.
Ricordo giorni scanditi da veri e propri bollettini di guerra, con centinaia di vittime, tra le quali, purtroppo, anche tanti amici.
Come ANAP, ci siamo adoperati sul piano della comunicazione, cercando di tenere attivi i rapporti con gli associati, inviando sollecitazioni alle Istituzioni perché intervenissero a proteggere gli anziani e improntare iniziative che, in qualche modo potessero alleviare le sofferenze di tanti anziani e delle loro famiglie.
E’ stato un periodo durissimo, nel quale l’impotenza sembrava sovrana e l’isolamento era l’unica arma di “protezione” per tutti: giovani e meno giovani. Questa condizione ha messo ancora di più a dura prova i tanti anziani che già soffrivano la lontananza dalla famiglia, sia per quelli che erano ospiti delle RSA, ma soprattutto per quelli che erano rimasti isolati da tutto e da tutti, senza assistenza. La pandemia ci ha colpito direttamente senza guardare in faccia a nessuno, mentre siamo sempre stati abituati a guardare da lontano le sofferenze e i drammi degli altri. A mio avviso, questa dovrebbe essere una grande lezione dalla quale imparare che la condivisione degli obiettivi e del bene comune non può stare solo nei proclami e sulla carta. Forse ne stiamo uscendo. Con difficoltà è vero, ma anche con maggiore consapevolezza che dobbiamo fare di tutto e tutti insieme, per preservare e proteggere ciò che ci è più caro, e come Anap Nazionale, stiamo lavorando per trarre ispirazione da questa emergenza, per tracciare dei piani di intervento per gli artigiani anziani e pensionati che non hanno gli strumenti per difendersi, ma siamo ancora in un regime di massima allerta e, quando sarà possibile, sono sicuro che saremo in grado di presentare nuove iniziative in questa direzione.
Presidente quanti sono gli artigiani che quest’anno, viste le difficoltà legate alla pandemia, sono stati costretti o hanno deciso di chiudere, diventando associati Anap.
Il numero preciso degli artigiani che hanno scelto di andare in pensione, costretti loro malgrado dall’esplosione della pandemia, non ci è dato di sapere con precisione. Sta di fatto che tra quelli che hanno anche subito la cessazione dell’attività, troviamo diversi artigiani che invece hanno deciso di terminare il loro ruolo attivo in azienda e diventare pensionati a tutti gli effetti. Molti di questi lo erano già sulla carta, ma come sappiamo, gli artigiani non smettono mai di lavorare e fin quando hanno forza fisica e di volontà, vogliono contribuire alla loro azienda, che in molti casi hanno fondato.
Peraltro, siamo ben lieti di annoverare questi artigiani nelle file dell’Anap, attraverso la quale cerchiamo di ovviare all’abbandono dell’attività imprenditoriale, facendoli sentire ancora artigiani e invitandoli a partecipare alle nostre iniziative che speriamo riprendano a pieno regime.
Aderire ad Anap è il modo che l’artigiano ha a disposizione per essere Artigiano tutta la vita?”
Esattamente. Un artigiano è artigiano tutta la vita. Come dicevo, è difficile scardinare dalle botteghe e dalle aziende coloro che magari hanno contribuito a farle nascere. Partecipando alle attività Anap, si respira ancora quel clima che è tipico degli imprenditori, stando in mezzo agli ex imprenditori, e quindi avendo sempre qualcosa in comune, che non interrompe mai quel filo che ha tenuto insieme conoscenza, creatività, passione e tanto cuore in tutta la loro vita. Oltretutto, vivere nuovamente da protagonisti la vita associativa, tonifica la voglia di stare insieme, di tornare a parlare dei problemi e delle necessità degli artigiani, in chiave diversa, ma sempre mirando al benessere delle persone che hanno dedicato l’esistenza alla loro impresa.
L’invito che faccio agli ex imprenditori è proprio quello di avvicinarsi alla nostra Associazione perché se un artigiano è artigiano tutta la vita, lo è anche un artigiano associato che da sempre si è battuto per i diritti della categoria e potrà farlo ancora per gli artigiani pensionati.
A cura di Ylenia Galluzzo
e Roberto Bonardi