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ENERGIA: AL TERZO TRIMESTRE 2017 ACCELERA LA CRESCITA (+3,5%) DELL’INDICE CONFARTIGIANATO
l’incremento determinato dal +11,2% del costo energia

Roma, 25 luglio 2017

Nel terzo trimestre 2017 l’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica sul mercato di maggior tutela di una Micro-piccola impresa (MPI) tipo evidenzia un aumento congiunturale del 3,5% rispetto al trimestre precedente, accelerando la crescita dell’1,3% rilevata al II trimestre 2017. In chiave tendenziale l’Indice scende dell’1,5% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. L’Indice proposto da Confartigianato esamina il trend dei prezzi sul mercato di maggior tutela per sette profili maggiormente rappresentativi di imprese artigiane e micro e piccole imprese e trova la sintesi in un profilo tipo con una potenza impegnata di 45 kW e un consumo annuo di 60 MWh che al secondo trimestre 2017 sostiene un costo annualizzato per l’energia elettrica di 11.478 euro – pari a 19,13 c€/kWh – in aumento di 383 euro rispetto al costo basato sulle tariffe del trimestre precedente e in riduzione di 169 euro rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

L’aumento rilevato in ottica congiunturale è da imputarsi esclusivamente alla crescita dell’8,3% della Spesa per la materia energia mentre sono stabili sia la Spesa per il trasporto e la gestione del contatore che la Spesa per oneri di sistema: nel dettaglio la Spesa per la materia energia pagata dalla MPI tipo cresce quindi di 383 euro rispetto al trimestre precedente e di 257 euro rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; in riduzione di 34 euro (-3,7%) il Dispacciamento, voce che rimane comunque elevata, dopo aver registrato il picco massimo nel III trimestre 2016: nel terzo trimestre 2017 si attesta sugli 874 euro all’anno, l’8,6% in più rispetto alla media di 805 euro registrati nel periodo precedente al picco di un anno fa.

Dal primo luglio 2017 la spesa per energia sale a 4.126 euro e torna ai livelli del primo trimestre 2015 mentre la Spesa per oneri di sistema è pari a 3.808 euro, lo stesso valore del trimestre precedente e rappresenta il minimo degli ultimi quattro anni. Nel complesso gli Oneri fiscali e parafiscali pesano per il 39,7% del costo totale, incidenza inferiore di 3,9 punti percentuali rispetto a quella della Spesa per la materia energia (43,6%).

Il calo del costo dell’energia elettrica per la MPI rilevato in ottica tendenziale è da imputarsi alla diminuzione dell’8,4% degli Oneri fiscali e parafiscali e dello 0,5% della Spesa per il trasporto e la gestione del contatore mentre cresce del 5,4% la Spesa per la materia energia.

L’aumento della Spesa per la materia energia è determinato – come indicato dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico – principalmente “dall’aumento dei costi di approvvigionamento, legato ad una stima di significativa crescita dei prezzi nei mercati all’ingrosso (con quotazioni del Prezzo Unico Nazionale previste superiori di circa il 20% rispetto al II trimestre) che riflette l’atteso rialzo dei consumi, sostenuti dalle alte temperature della stagione estiva […..]. Inoltre, all’aumento contribuisce anche la necessità di recuperare ancora parte dei forti rialzi dei prezzi all’ingrosso di inizio anno, innescati dalle emergenze sui collegati mercati europei, specie quello francese per l’inatteso fermo di numerose centrali nucleari transalpine”.

L’accentuazione del rialzo del costo dell’energia elettrica influisce negativamente sulla competitività delle piccole imprese manifatturiere, determinando una compressione dei margini che, in un contesto caratterizzato dal persistente calo dei prestiti alle piccole imprese (-1,4% a maggio 2017), può compromettere la propensione all’investimento, influenzando negativamente i processi di crescita dell’economia italiana. In questa prospettiva appare necessaria, quindi, una politica volta al contenimento del costo dell’energia elettrica pagato dalle piccole imprese. Su questo fronte – come evidenziato da Confartigianato – serve una riforma degli oneri che corregga l’attuale squilibrio: al segmento in bassa tensione che determina il 27% dei consumi grava il 45% degli oneri di sistema del segmento non domestico, mentre sulle imprese in alta tensione che determinano il 14% dei consumi la quota degli oneri scende all’8%.

Infine va segnalato che in parallelo all’aumento del costo dell’energia elettrica si registra nel secondo trimestre 2017 un aumento del 7,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente del costo del gasolio auto, valutato al netto dell’IVA.

 


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