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GLI EMENDAMENTI IN AMBITO FISCALE PROMOSSI DALLA CONFEDERAZIONE IN SEDE DI APPROVAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO 2022

Nel dibattito parlamentare relativo all’approvazione della legge di Bilancio 2022 (Atto Senato 2448), Confartigianato ha promosso una serie di emendamenti (allegato 1 e allegato 2) di cui si riportano, in maniera sintetica, i contenuti più rilevanti. Inoltre, con un proprio emendamento, il Governo ha trasfuso il contenuto del D.L. 157/2021 (cd “decreto antifrode”) all’interno del disegno di legge di Bilancio: la Confederazione, pertanto, ha provveduto a formulare proposte di modifica anche sulla materia del predetto decreto (visto di conformità e asseverazione congruità detrazioni edilizie).

Riduzione della pressione fiscale

Viene richiesto che le risorse già quantificate per la riduzione della pressione fiscale (8 miliardi) siano anche destinate al superamento dell’IRAP, che per le imprese personali e professionisti può realizzarsi attraverso un aumento della franchigia dell’IRAP, o in alternativa attraverso una sua trasformazione in una sovraimposta all’IRES.

Viene altresì richiesto che una parte delle risorse siano utilizzate per introdurre modalità di tassazione che rendano neutrale il prelievo rispetto alla forma giuridica favorendo il reinvestimento dell’utile nella propria attività (IRI).

Superbonus: proroga per le unifamiliari e interventi trainati

Numerose le proposte in materia di 110%. Si segnalano, principalmente, le richieste di:

  • prorogare la superdetrazione del 110% fino al 31 dicembre 2023 (anziché fino al 30 giugno 2022) anche agli interventi effettuati sulle abitazioni principali unifamiliari da parte delle persone fisiche prescindendo dal valore dell’indicatore ISEE;
  • garantire il riconoscimento della superdetrazione, prevista per gli interventi trainanti, a quelli trainati eseguiti congiuntamente (compresi il fotovoltaico e le colonnine di ricarica), per tutto il periodo agevolato (fino al 2025), anche con il “decalage” stabilito successivamente al 2023 (70% e 65%).

Visto di conformità e asseverazione della congruità dei prezzi (decreto “antifrode”)

Tramite un subemendamento, viene proposto di:

  • introdurre un limite di 20.000 euro al valore delle spese per lavori edili per cui matura una detrazione fiscale diversa dal superbonus 110% e per cui si intende richiedere la cessione del credito o lo sconto in fattura;
  • stabilire la detraibilità ai fini delle II.DD. delle spese sostenute per il visto e asseverazione (al pari di quanto già previsto per il Superbonus e per l’ecobonus ordinario).

Bonus facciate: lavori già iniziati e stabilizzazione per un triennio

E’ proposto il mantenimento della detrazione del 90% per le spese sostenute nel 2022 in relazione agli interventi di rifacimento delle facciate nell’ipotesi in cui i lavori siano già iniziati prima del 1° gennaio 2022, con l’onere a carico del beneficiario (in assenza di CILA) di dimostrare in modo inequivocabile che i lavori sono iniziati a tale data mediante qualunque mezzo di prova.

Sempre relativamente al bonus facciate, ne viene richiesta la stabilizzazione fino al 31/12/2024 in una misura intermedia pari al 75%.

Bonus mobili: innalzamento del limite di spesa

Viene richiesto il ripristino del limite di spesa a 16.000 euro, o alternativamente ad un livello intermedio di 10.000 euro (comunque, più elevato di quello proposto dal legislatore pari a 5.000 euro).

Credito Transizione 4.0

Prendendo atto delle difficoltà segnalate dalle imprese, viene proposto:

  • il mantenimento dell’agevolazione nella misura più elevata riconosciuta per gli acquisti di beni strumentali nuovi ovvero beni transizione 4.0 entro il 31 dicembre 2021 (10% e 50%, con il relativo decalage a seconda della quota di investimento) anche se il medesimo è completato entro il 30 settembre 2022 (in luogo del 30 giugno 2022) a fronte di un acconto del 5% (in luogo dell’attuale 20%) da versare entro il 31 dicembre 2021;
  • l’ampliamento a tutto il 2023 del credito d’imposta “Transizione 4.0” anche per gli investimenti nei cosiddetti “beni generici”, alle medesime condizioni previste per l’annualità precedente (6%).

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