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STUDI - NELLA TEMPESTA COVID-19 SEGNALI DI REATTIVITA` PER IL 53,3% DELLE MPI.
I risultati della survey Confartigianato di giugno 2020

Nel corso del webinar Confartigianato ‘Trend nell’economia delle MPI nel corso della crisi Covid-19: la tortuosa ‘Fase 3’’ sono stati presentati i risultati di una survey conclusa il 15 giugno su oltre 3.000 micro e piccole imprese (MPI) non commerciali. La rilevazione indaga l’orientamento delle imprese nella fase post lockdown, mettendo in evidenza, tra maggio e giugno, una attenuazione dell’impatto della crisi Covid-19 già rilevato in precedenza, anche se le performance delle MPI restano fortemente negative. In termini di fatturato le MPI indicano, a maggio 2020, un calo intenso pari al -39,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che risulta però in miglioramento rispetto al -57,1% rilevato ad aprile.

In merito ai tempi di recupero dei livelli di fatturato pre-crisi, oltre la metà (53,1%) degli imprenditori si definisce incerto rispetto all’andamento futuro del mercato, esprimendo un deterioramento delle aspettative su cui parametrano la domanda di lavoro e quella per investimenti. La restante quota (46,9%) di imprenditori che formula una previsione, ritiene che saranno necessari in media 12 mesi per recuperare i ricavi pre-crisi.

Si apprezzano segnali diffusi di resilienza delle MPI. Entro i prossimi 12 mesi più di una MPI su due (53,3%) è orientata ad attivare almeno un cambiamento reattivo; in particolare quelli maggiormente adottati sono l’attivazione di nuovi canali di vendita (26,1%), cambiamenti dell’organizzazione interna, quali orari e modalità di lavoro (21,9%), ampliamento del numero dei committenti (17,4%), attivazione di nuove relazioni con altre imprese (14,3%) e ingresso in nuovi mercati (14,2%).

Oltre al pesante shock economico, la crisi Covid-19 ha indotto un effetto secondario positivo, rappresentato dall’accelerazione della digital transformation delle MPIfenomeno già evidenziato nella rilevazione di aprile. Ben sei MPI su dieci (56,7%) hanno, infatti, implementato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali, tra le quali sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line e e-commerce. In particolare, il 71,5% di queste imprese ha incrementato l’utilizzo di uno o più strumenti digitali, il 36,2% ne ha ampliato le funzionalità e il 29,6% ha introdotto uno o più strumenti digitali, non presenti in azienda prima della crisi da coronavirus.

In particolare, i social network sono utilizzati dal 65,0% delle MPI intervistate e durante il lockdown hanno rappresentano uno strumento di primaria importanza per relazionarsi e fornire informazioni a clienti, fornitori e dipendenti: oltre la metà (51,0%) delle MPI presenti sui social hanno intensificato l’utilizzo di questo strumento di comunicazione durante l’emergenza.


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